L’intervento del vicepresidente Medardo Montaguti. I residenti: «Noi, ostaggio di traffico e smog». Gian Luca Castagnoli, presidente di Confcommercio Ascom di Sasso, teme tempi lunghi
Parla di un’ulteriore pesante tegola che si abbatte sui cittadini e le imprese dell’Appennino il vice presidente di Confcommercio Ascom Medardo Montaguti che a proposito dell’annunciato stop sulla bretella Sasso-Cinque Cerri osserva: «Siamo di fronte ad una ‘tempesta perfetta’ di cantieri e chiusure che investe la Valle del Reno e quella del Setta, determinando un’inaccettabile compressione del diritto di mobilità di merci e persone e generando enormi danni e disagi a chi vive o lavora in Appennino.
Le problematiche sul versante dell’accessibilità, che come sappiamo sono la conseguenza di un sistema di collegamenti inadeguato e immobile da decenni, minacciano di ostacolare, in uno scenario segnato dalla pandemia e dalla crisi degli ultimi anni, la ripartenza del sistema economico». Il riferimento è a progetti impantanati da anni in un gioco di veti incrociati sul collegamento GanzolePianoro e quello della bretella Reno-Setta.
«Del resto, le difficoltà di spostamento, sia con mezzo privato sia con trasporto pubblico, costituiscono uno dei principali ostacoli alla crescita demografica, economica, sociale e turistica del nostro Appennino – aggiunge Montaguti -. Come Ascom dobbiamo sottolineare la mancanza di un’adeguata pianificazione dei lavori e di coordinamento tra gestori, istituzioni e territorio».
“Si mette male. La zona di Ponte Albano andrà sotto pressione più di quanto lo sia già”
«Un tempo era una borgata tranquilla. Adesso invece passano tutti da qua». Giuliano Giacobazzi gestisce una lavanderia storica a Ponte Albano: periferia di Sasso, improvvisamente degradata a tangenziale di valle per via della chiusura del ponte Leonardo da Vinci. «Questa ulteriore chiusura non farà che peggiorare la situazione perché anche i camion, nonostante il divieto, passano ugualmente di qua e speriamo proprio che il ponte regga. C’è un controllo costante però a certe ore, e specie quando le sbarre del treno sono abbassate, qui è una camera a gas perché sono ben pochi quelli che spengono il motore nel corso dell’attesa». Poco distante il postino di zona, Roberto Ciuffa, sbuffa per i disagi connessi: «La mia zona è ampia e adesso con tutto questo traffico si fa fatica a girare, ci sono code, non si trova parcheggio. Poi si vede che caos.
E anche verso le Ganzole non va meglio. Adesso è chiusa anche via Ancognano per via dei lavori alla frana…», conclude prima di risalire in auto.
Andrea Ventura è serenamente in fila come decine di altri mezzi in attesa che le sbarre del passaggio a livello si alzino nuovamente in via Ponte Albano. Sa i tempi lunghi ed a motore spento attende il campanello che segnala la ripartenza. «Ci passo spesso e quindi so che serve il tempo necessario. Però la vedo grigia con questa ulteriore chiusura di cui ho solo sentito parlare. Non abito qui ma posso immaginare. Anche questi passaggi a livello peggiorano la situazione».
Roberto Stamati, sulla soglia del bar Guizzardi, a Borgonuovo, commenta l’annuncio della chiusura appena letta sul giornale: «Qui si mette male. La situazione invece di migliorare si fa sempre più pesante. In particolare la zona di Ponte Albano andrà ancora sotto pressione, già adesso è vicina al collasso. Non so come andrà a finire. Di fatto siamo ostaggi di tutto il traffico della vallata», dice scuotendo la testa.
Gian Luca Castagnoli, presidente di Confcommercio Ascom di Sasso, che teme tempi lunghi: «Fra un po’ sarà un anno dalle prime avvisaglie di chiusura del ponte da Vinci e non è ancora stato fatto niente. La gente è arrabbiata ed è chiaro che le ripercussioni sul commercio sono negative. Quando si formano le lunghe code che si vedono la gente non vuole fermarsi».
g.m., Il Resto del Carlino, 10 novembre 2021
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