Giovanni Trombetti, presidente di Bologna Welcome: «Anche per i congressi dobbiamo tornare a sederci vicini, come al ristorante»
Gli ombrelloni si chiudono poco alla volta sulla Riviera, i flussi di camminatori e trekker sulle vie della montagna rallentano alla luce degli ultimi scampoli di sole e il turismo cambia pelle. I nuovi provvedimenti del governo che aprono di più le porte di stadi, palazzi dello sport, cinema e teatri sono la fase due mentre avanza la terza dose. Uno dei termometri del turismo è Bologna Welcome, la società di incoming delle Due torri. Il presidente Giovanni Trombetti, albergatore di lungo corso, sorride un po’ di più. Le nuove aperture del governo sono una cura efficace o un’aspirina? «È un altro segnale importante che allarga la platea dei potenziali fruitori degli eventi e dà fiducia. Il Cts ha affermato che si potrà arrivare in tempi accettabili al 100% delle aperture. Serve pazienza, ma l’importante è vedere passi avanti». Cosa si augura a breve? «Ora che è finita l’estate speriamo di ottenere regole meno rigide sul distanziamento per il turismo congressuale. Con Green pass e mascherine abbiamo già coperture sufficienti. Se ci possiamo sedere vicini al ristorante non vedo perché non lo si possa fare in un convegno. Per una città come Bologna, ma anche altre, che puntano molto sul turismo congressuale e sulle fiere sarebbe una svolta fondamentale».
Le fiere come vanno? «Il Cersaie in presenza sta avendo ottimi numeri, anche se non ancora ai livelli del 2019. Sono quasi esaurite le prenotazioni degli espositori per l’Eima, rassegna della meccanizzazione agricola, di fine ottobre. Il Green pass aiuta, speriamo ora in una forte presenza di visitatori».
Gli alberghi come vanno? «Hanno sofferto molto, ma ora a Bologna tutti hanno ripreso a lavorare. Ripeto, è fondamentale puntare all’annullamento del distanziamento per chi possiede il Green pass. Una sala che può accogliere mille persone oggi è ferma a poco più di trecento. Idem per location come Palazzo Re Enzo dove Bologna welcome ospita eventi di rilievo. Oggi arriva a un terzo della capienza e ad essere penalizzati sono anche agenzie di servizi, catering e fornitori». Come è cambiata la domanda turistica con l’emergenza? «C’è una grande richiesta di spazi all’aperto, sia per il divertimento che per l’ospitalità alberghiera, e di luoghi con spazi ampi al chiuso. Poi sono tornati i turisti con le automobili, soprattutto stranieri». Internet aiuta nelle informazioni? «Certo, ma soprattutto negli alberghi arrivano anche tante telefonate. I turisti si informano di più e direttamente, vogliono sapere se c’è il parcheggio, quanto è grande la sala da pranzo, se la struttura offre sufficienti garanzie di distanziamento». I flussi di stranieri? «Siamo tornati alla situazione pre pandemia. A maggio erano il 20% del totale a fine agosto siamo tornati al 50%».Da dove vengono? «A causa delle difficoltà di spostamento abbiamo perso gran parte dei visitatori americani e inglesi ma sono aumentati quelli dei paesi nordici. Arrivano da Svizzera, Germania, Olanda, Belgio, Danimarca e Francia». Bologna Welcome esce da Bologna? Abbiamo allargato i rapporti di collaborazione e di consulenza con altre realtà come Padova, Verona, Riccione poi abbiamo anche ampliato l’offerta con pacchetti che escono da Bologna». Ad esempio?‘ Ora copriamo ufficialmente la destinazione turistica Bologna- Modena perché soprattutto la Motor valley è un valore che abbraccia le due città e che i turisti chiedono con insistenza. Poi c’è la parte gastronomica, altro brand che idealmente va dalla mortadella Bologna all’aceto balsamico di Modena. Lavoriamo su progetti trasversali. Ci sono pacchetti che abbracciano tutta la regione. Se un visitatore appassionato di golf chiede di recarsi in più località siamo in grado di offrire una mappa completa».
Beppe Boni, Il Resto del Carlino -30 settembre 2021
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