Intervista a Luca Torricelli, socio di “My suites home”
«Ripensamenti? No, nessuno, abbiamo tenuto la barra dritta perché tutti i nostri programmi sono a lungo periodo. In questo senso la pandemia è un episodio, per quanto tragico. Un imprevisto. E come tale va gestito». Luca Torricelli giura di non aver tentennato neanche per un momento, nonostante lo scoppio dell’emergenza Coronavirus abbia scombussolato anche il suo settore.
La sua è una storia notevole. Oltre a essere referente per Ascom del comparto ricettivo extralberghiero (Federazione Hospitality Plus), Luca è infatti socio di “My suites home”, azienda che propone diversi appartamenti «esclusivi ed eleganti» per affitti brevi. L’ha fondata nel 2017 con la moglie, Giulia Lazzarini, e quando il virus ha fatto scoppiare la bolla dei bed & breakfast in centro non ha seguito l’esempio dei tanti proprietari che, venuto meno l’afflusso turistico, sono tornati agli affitti lunghi per studenti o lavoratori. Ora raccoglie i frutti di questa scelta «È stata la nostra estate migliore», assicura, e si dice pronto a investire nuovamente.
Torricelli come vi siete lanciati in questa attività?
«Veniamo dal mondo immobiliare, prima ci occupavamo di sviluppo acquisendo immobili per frazionarli e poi rivenderli. Nel 2017 ci siamo riconvertiti, aprendo i primi cinque appartamenti in via Gunizelli. Nel 2019 abbiamo raddoppiato il nostro portfolio e l’anno successivo abbiamo acquisito un terzo immobile in zona. In totale ora affittiamo 23 appartamenti, per un investimento di svariati milioni di euro e un fatturato che pre-pandemia si aggìrava sui 500mila euro».Come ha impattato il virus?
«Avevamo già stretto accordi con diversi gruppi industriali della zona, in modo da coprire anche la fetta dl mercato business oltre all’accoglienza turistica. Con le restrizioni e il calo dei vacanzieri ovviamente ci siamo concentrati molto di più su questa domanda. Rispetto ad altri direi che abbiamo tenuto, ma il nostro coefficiente di occupazione medio, che fino al 2019 si attestava intorno al 90%, è sceso al 60% durante la pandemia».Ora com’è la situazione?
«Da maggio siamo tornati a lavorare sui livelli pre-pandemici. E luglio e agosto per “My suites home” sono stati i migliori di sempre».È cambiato il mercato?
«Come spesso capita durante le grandi crisi, il mercato si è polarizzato tra chi ha un potere di spesa importante e chi invece ha un budget limitato. Registriamo inoltre una piccola flessione del periodo di permanenza: prima eravamo su una media di 2,5-3 notti, ora sulle 1,8-2 notti».E la mappa degli arrivi?
«Sono calati gli inglesi e moltissimo gli americani ei cinesi: d’altronde i voli intercontinentali sono di meno. Abbiamo guadagnato molto sul mercato interno, ma stanno crescendo parecchio anche mercati europei come il Belgio, l’Olanda e i paesi del l’Est»Progetti per il futuro?
«Abbiamo in programma un ulteriore investimento su Bologna nel 2022 e un altro sulla riviera romagnola nel 2023»Non tutti i proprietari di casa hanno seguito li suo esempio.
«La pandemia ha sicuramente impattato in modo strutturale, l’intero comparto extralberghiero ha sofferto molto. Durante i mesi più critici le offerte di case sulle piattaforme si sono anche dimezzate, e molti privati che arrotondavano Il reddito su Airbnb hanno preferito tornare alle locazioni di lungo periodi. La grossa discriminante credo stia nella qualità delle strutture e degli operatori, un tema fondamentale. Anzi, mi permetta di aggiungere una cosa».Dica.
«Il contrasto all’abusivismo è centrale. Durante la bolla degli anni passati in tanti si sono affacciati su questo mercato, sembrava che chiunque potesse ospitare turisti a casa senza troppe accortezze. Spesso è concorrenza sleale: il Covid cl ha insegnato una volta di più che il rispetto delle regole è fondamentale, basti pensare al tema della pulizia».Ora che Il mercato è in ripresa, rischiamo di rivedere quella bolla e il conseguente caro-affitti per studenti e lavoratori?
di Marcello Radigheri, La Repubblica Bologna, 6 settembre 2021
«I fenomeni legati alla globalizzazione come la sharing economy non sono reversibili. La pandemia ha soltanto fatto fare una piccola marcia indietro, rallentando la tendenza. Ma il mercato extralberghiero godrà ancora di ottima salute. L’innovazione sarà una chiave fondamentale per superare gli effetti del periodo (ad esempio con lo sviluppo di servizi self che consentano agli ospiti di non incontrare i proprietari). Per quanto riguarda le esigenze residenziali, credo sarà necessario trovare soluzioni per una qualità della vita ottimale con un budget ragionevole. Ci vogliono interventi politici».
Le associazioni: “Vanno forte i prodotti della tradizione. Giusto comprare nei nostri negozi di prossimità, aspetto che dà linfa vitale a quartieri e territorio”