Intervista a Celso De Scrilli (Presidente Federalberghi Bologna): ma c’è ancora molto da recuperare
«Guardiamo al futuro sperando che sia positivo: se la situazione sanitaria non peggiora, piano piano dovremmo ripartire, augurandoci che l’anno prossimo sia quello buono per la ripresa». È cautamente ottimista Celso De Scrilli, presidente di Federalberghi Bologna, nelle ultime settimane di un’estate che nel settore turistico ha portato numeri che non si vedevano da tempo, alle porte di un autunno in cui gli eventi fieristici riapriranno le porte. Agosto, in particolare, è stato il periodo che ha visto più arrivi in città, come testimoniano anche i numeri registrati dal People mover, con quasi 91mila passeggeri solo nell’ultimo mese, a fronte degli oltre 315mila totali dall’avvio dell’esercizio lo scorso novembre.
Presidente, com’è andata finora l’estate negli alberghi bolognesi?
«Fino a metà luglio c’era ancora il deserto, con piccoli segnali nella seconda metà del mese. Agosto è stata una sorpresa, perché siamo tornati quasi a livello di agosto 2019. È chiaro che se facciamo un bilancio da gennaio, per ora quest’anno e peggio del 2020. La speranza è che adesso, con le fiere che ripartono, riusciamo a venirne fuori. Il problema è che, dopo un anno e mezzo senza lavoro, molte aziende hanno bisogno di un’iniezione di liquidità per sopravvivere».Avete visto più italiani o più stranieri?
«Due anni fa i turisti stranieri erano sicuramente di più degli italiani, mentre adesso abbiamo una parità. Questa estate molti italiani hanno scelto Bologna per un fine settimana breve. Abbiamo prenotazioni all’ultimo momento: parecchi turisti stranieri, arrivati in auto, che prenotano però solo due o tre giorni prima, quindi è un po’ difficile fare una programmazione».Ci sono già molte prenotazioni in vista delle fiere autunnali?
«Ne abbiamo ricevute una quantità discreta: a settembre iniziamo con Sana, poi ci sarà il Cersaie. Aspettiamo sia l’apertura dei voli dall’estero anche al di fuori dei confini in Europa, perché adesso i viaggi intercontinentali sono ancora completamente fermi: le persone, di fronte al rischio di fare 10 o 15 giorni di quarantena, rinunciano alla vacanza».Vi sono arrivati dei ristori adeguati?
«I sostegni a fondo perduto che abbiamo ricevuto sono stati molto pochi rispetto alle perdite. Come categoria, già da tempo abbiamo chiesto al governo dei finanziamenti a lungo termine: in 15 anni si recuperano le perdite pesanti che ci sono state».Siete tranquilli per il fatto che negli hotel si accede senza Green pass?
«In quasi tutti gli alberghi il personale è vaccinato, anche se non c’è l’obbligo, e gli ospiti sono registrati e tracciati: questa è una garanzia di riuscire a risalire alle persone che siano venute in contatto con eventuali casi sospetti. A coloro che non alloggiano in hotel, invece, viene controllato il certificato. Inoltre, i protocolli di sicurezza in vigore già dalla primavera dell’anno scorso sono molto severi. La colazione a buffet è stata riorganizzata o sostituita dal servizio al tavolo, le camere vengono igienizzate e molti alberghi si sono attrezzati con spazi all’aperto».Dal punto di vista sanitario, avete avuto casi importanti di contagio da Covid-19?
Di Elisa Grossi, Corriere di Bologna, 4 settembre 2021
«Facendo gli scongiuri, finora non abbiamo avuto segnalazioni di casi con particolari problemi. Speriamo che la gente continui a vaccinarsi e quindi si arrivi a una copertura quasi totale».
Le associazioni: “Vanno forte i prodotti della tradizione. Giusto comprare nei nostri negozi di prossimità, aspetto che dà linfa vitale a quartieri e territorio”