Natura e relax sì, ma anche esperienze ricercate con un tocco internazionale: da Lodole a Zivieri fino al b&b tra gelsi e violini
L’Appennino ha vissuto un’estate strepitosa. II modo di viaggiare e fare ferie e vacanze è cambiato e ha portato sui monti uno stile turistico nuovo, rubato certamente a mete europee o più esotiche. Insomma, i nostri crinali sono finalmente sulla mappa internazionale, tutto può solo andare meglio, gli investimenti si sono già impennati. II pensiero ‘leisure’, ovvero del tempo libero, è cambiato in maniera lentissima, ma ora ce l’ha fatta anche in questi territori a prendere piede e a ispirare un rinnovamento. C’è però chi, in un Appennino più ‘glamour’ o comunque più indirizzato verso nuove esperienze che danno alla ruralità una inedita narrazione, ci crede da tempo.
E’ il caso di Daniele Maestrami, loianese, una vita nella comunicazione e una scelta ben chiara: nel 2004 stava cercando un luogo dove dar vita a un progetto di ospitalità e l’ha trovato nel borghetto Lodole di Monzuno, dove ha dato vita con la moglie Alice, al Lodole Country House, struttura ricettiva su una collina con una vista mozzafiato, all’interno del Golf Club Molino del Pero, in una dimora del 1600 restaurata, con una piscina idilliaca. Un posto da sogno con sei stanze e una dependance. «Quando mi prospettarono Lodole io in due ore immaginai la visione di come sarebbe potuto diventare il posto, e quello che si vede oggi è quello che ho pensato in quelle due ore, volevo da tempo fare un’attività di questo tipo che nel tempo è cresciuta tanto, perché 17 anni fa c’eravamo solo noi, eravamo particolari, abbiamo fatto tanti errori e poi abbiamo ingranato, forti anche di un’esperienza mia nella comunicazione e di mia moglie nell’arredamento». Oggi Lodole è frequentata soprattutto da un turismo straniero che si è sempre visto in Toscana, tanto per fare un paragone con una terra che è più avanti della nostra.
Una personalità forte di questo territorio appenninico è senz’altro l’azienda Zivieri, con una intensa storia di famiglia e una devozione per la carne di qualità: era il 1987 e un giovanissimo Massimo Zivieri decideva, insieme al papà Graziano e al fratello Fabrizio, di rilevare una piccola macelleria nel cuore di Monzuno. Ora c’è Aldo Zivieri a guidare l’eccellenza e la nuova Fattoria Zivieri a Sasso Marconi, visionarietà pura tra allevamenti, cucina, fattoria, orto e camere. «La fattoria si sposa in maniera simbiotica con quella che era già la nostra attività – spiega Zivieri – e con quella partivamo già avvantaggiati nel concetto che era meglio fare zootecnia e allevamento di un certo tipo in un posto bello piuttosto che in uno non bello, fermo restando che la nostra attività era già in essere». E prosegue: «Ma quello che avviene lassù è anche ricettività, trekking, racconto, fattoria, orto, attività per le quali sono convinto che le persone siano disposte a fare centinaia o decine di chilometri, per trovare qualcosa di vero e concreto».
Poi c’è Chiara Benni, nipote del celebre violinista della Vallata del Savena Melciade Benni, che lo scorso anno, all’inizio della pandemia, ha fatto una scelta coraggiosa. Era la regina dei catering newyorkesi, come la descrivevano varie testate quotate, Special Event Manager del gruppo italiano Sant Ambroeus, arrivata nella Grande Mela nel 2009 e dopo tanti anni di carriera, in una settimana è stata licenziata ed è tornata a Imola, dove viveva. Ha ricominciato a frequentare la casa di famiglia a San Benedetto Val di Sambro, dove aveva vissuto il nonno, che poi era diventata casa delle vacanze, e dopo varie riflessioni ha deciso di non tornare più a New York e di lanciare il suo bed and breakfast, ‘Gelsi e violini’, che questa estate ha debuttato. «Non è stato facile impostare da capo la mia vita, però sono contenta, il beb è andato bene, ma ora dovrò pensare a qualcosa per l’autunno e l’inverno, non voglio fermarmi qui».
Benedetta Cucci, Il Resto del Carlino -1 settembre 2021
Oggi al convegno “Connessioni 2024: Valorizzare la tradizione, innovare il presente, ispirare il futuro”