Anas avvia il progetto da 6,5 milioni per la messa in sicurezza del ponte Da Vinci a Sasso Macroni
L’ingegnere Eutimio Mucilli, direttore della progettazione e realizzazione lavori di Anas, è il commissario che seguirà la messa in sicurezza del Ponte Da Vinci a Sasso Marconi. E dunque confermato il nome che circolava nelle ultime settimane, anche se l’«Azienda nazionale autonoma delle strade» indica che, per prendere in carico ufficialmente l’opera, ci sono ancora due nodi importanti da sciogliere.
Primo, il commissariamento deve essere perfezionato; secondo, il ponte non è ancora nella disponibilità di Anas, in quanto il passaggio di competenze avverrà solo dopo il completamento dei lavori in corso da parte della Città Metropolitana, previsto nel mese di settembre. Si parte dunque con uno slittamento di diversi mesi rispetto al primo aprile, quando la gestione di 12 strade provinciali per un totale di 177 chilometri è stata trasferita dalla Città Metropolitana ad Anas. Tra queste c’è la Sp 325 «di Val Setta e Val di Bisenzio» su cui si trova il ponte Da Vinci, che però è appunto rimasto in stand-by, chiuso al traffico dallo scorso febbraio a causa delle precarie condizioni del cemento che ne sostiene l’arcata. Nel frattempo, però, Anas fa sapere di aver comunque avviato la progettazione dell’intervento di consolidamento strutturale necessario alla riapertura, già finanziato per 6,5 milioni di euro, in modo che, un domani, si possano ridurre al minimo i tempi della burocrazia, visto che già quelli del cantiere non saranno brevi. Intanto, il Partito Democratico, insieme agli altri partiti e movimenti della coalizione di centrosinistra.
«Per Sasso Marconi», ha raccolto 1900 firme per chiedere al governo di accelerare al massimo i lavori che permettano la riapertura del ponte, visto che al momento la sua inagibilità sta causando «gravissimi disagi alla mobilità per cittadini e imprese nelle vallate del Reno e del Setta». Le firme a sostegno della petizione sono state affidate ai deputati Gianluca Benamati, eletto nel collegio che comprende quel territorio, e Andrea De Maria, già sindaco di Marzabotto. «Consegneremo le firme al ministro Enrico Giovannini (Infrastrutture e Mobilità sostenibili, ndr) — hanno dichiarato i due deputati bolognesi — e proseguiremo la nostra iniziativa parlamentare per sollecitare massima attenzione ai lavori per il ripristino della viabilità sul ponte Da Vinci». Sono stati proprio i tempi lunghi pronosticati per la ricostruzione dell’opera, inizialmente stimati in tre anni secondo il cronoprogramma di Anas, poi ridotti a due, a sollevare le preoccupazioni della Regione per lo storico scavalco sul fiume Reno, spingendola a chiedere, insieme a Palazzo Malvezzi, il commissariamento di questa infrastruttura chiave dell’Appenino bolognese.
Come ha infatti sottolineato l’assessore ai Trasporti Andrea Corsini, «da 64 anni il ponte Da Vinci collega le vallate del Setta e del Reno con il sistema autostradale e con la Porrettana vecchia e nuova», per cui il suo rifacimento rappresenta «una priorità per la viabilità di tutta l’area».
Elisa Grossi, Corriere di Bologna -21 agosto 2021
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