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Settembre Fuori Porta

12 itinerari gratuiti TRA ARTE, NATURA E SHOPPING

Vieni a scoprire la Pianura e l’Appennino bolognese attraverso gli aneddoti, le curiosità e i racconti delle nostre esperte guide turistiche

SABATO 4 – 11 – 18 – 25 SETTEMBRE 2021
con orario: 10, 11.30, 15, 17

Mattina:

  • Bentivoglio
  • San Giovanni in Persiceto
  • San Giorgio di Piano
  • Gaggio Montano
  • Monterenzio
  • Madonna dell’Acero (visita unica ore 11.00)

Pomeriggio:

  • Minerbio
  • Budrio
  • Bazzano
  • Casalecchio di Reno
  • Pieve di Cento
  • Monteacuto Delle Alpi

Prenotazione obbligatoria online (fino ad esaurimento posti disponibili).
Iniziativa realizzata da Confcommercio Ascom Bologna
Organizzazione di Cedascom SpA – con il contributo della CCIAA di Bologna.

Luoghi da visitare:

Bentivoglio:
sul Navile, antica via d’acqua bolognese, troviamo l’antico castello “Domus Jocunditas” e le opere di Alfonso Rubbiani, poi Villa Smeraldi e l’oasi La Rizza

Situato in posizione strategica presso il Ponte Poledrano sul Canale Navile, la via d’acqua più importante del bolognese, il paese prende il nome dalla nobile famiglia dei Bentivoglio, come testimonia il Castello, chiamato “Domus Jocunditas”.
Nell’Ottocento agli ultimi Bentivoglio subentra il marchese Carlo Alberto Pizzardi, imprenditore e filantropo, cui si devono il restauro e la costruzione – ad opera di Rubbiani – del Mulino, di Palazzo del Vivaio e di Palazzo Rosso, al cui interno si trovano le fantastiche decorazioni liberty della Sala dello Zodiaco.
Il territorio del piccolo comune presenta altre eccellenze come l’Ospedale Consorziale, il museo della Civiltà contadina a Villa Smeraldi e l’Oasi naturalistica ex-risaia La Rizza.

Punto di ritrovo: cancello di ingresso al Castello

San Giovanni in Persiceto:
San Żvân apre le porte del suo antico Borgo Rotondo, crocevia di storia, arte e… cinema!

La caratteristica forma circolare dell’antico nucleo della città, detto Borgo Rotondo, risale forse all’epoca longobarda e ha al suo centro la piazza principale. Uno di fronte all’altro si affacciano su di essa edifici rilevanti: la chiesa Collegiata dedicata a San Giovanni Battista, patrono della città, dove sono conservate importanti opere d’arte, e il Comune al cui interno spicca il Teatro storico, uno dei più belli del territorio.
Camminando sotto ai portici si possono raggiungere il complesso di San Francesco e “il Palazzaccio” edificio duecentesco che racconta la storia millenaria di questa comunità.
Da non perdere infine la “piazzetta degli Inganni” realizzata a tromp l’oeil dal grande scenografo Gino Pellegrini.

Punto di ritrovo: Palazzo del Comune, Piazza del Popolo

San Giorgio di Piano:
i luoghi che hanno dato i natali alla grande Giulietta Masina, in uno dei centri storici più belli e meglio conservati della nostra pianura

Giulietta Masina nasce qui, a San Giorgio di Piano, il 22 febbraio del ’21, dal violinista Gaetano Masina e dalla maestra Angela Flavia Pasqualini nella casa di Corso Umberto I al numero 24, la via principale del paese, oggi Via della Libertà, 112.
Da qui partirà la nostra passeggiata per ammirare l’Oratorio settecentesco di San Giuseppe e della Natività della Madonna, il torresotto medievale fatto edificare dai Bolognesi nel XIV secolo, Porta Ferrara, unica testimonianza rimasta del castello e la parrocchia di San Giorgio Martire, le cui origini risalgono al X secolo.
Sarà interessante osservare anche diverse architetture civili del Quattrocento, come i Palazzi Colonna e Capuana, la settecentesca Villa Calzolari, Villa Rossi con il suo pozzo ottagonale e Palazzo Castaldi, pure settecentesco, con lo scalone a ferro di cavallo e il piccolo oratorio con l’affresco dell’Assunzione.

Punto di ritrovo: casa della Masina, via della Libertà 112

Gaggio Montano:
quel Faro tra le vette per un indimenticabile belvedere appenninico

Paese dalle origini antichissime, a 680 metri sul livello del mare, il suo nome deriverebbe dalla parola celtica Gagg che significa poggio coperto, infatti, i luoghi circostanti Gaggio sono tutti rivestiti da folte boscaglie.
Da qualsiasi parte si giunga, è impossibile non notare il sasso che sovrasta il paese e lo caratterizza visivamente ed è proprio attorno a questo che si sviluppa il caratteristico nucleo antico con le sue emergenze architettoniche e le caratteristiche viottole.
Partendo dall’arco vicino all’Oratorio della Madonna di Loreto percorreremo il borgo originario con le caratteristiche Cà del Ponte, Casa Tanari, Casa Capponi e la dimora Albergati Capacelli. Una breve sosta alla Chiesa dei Santi Michele e Nazario, ci permetterà di apprezzare alcune opere degne di nota come la pala del XVII secolo con la Madonna il Bambino e Santi.
Punto terminale della nostra escursione sarà il faro sulla sommità del monte, l’unico che si trovi in una località di montagna.  

Punto di ritrovo: Parcheggio “Piazzetta della Rocca”
Consigliate scarpe chiuse (ginnastica o similari) e pantaloni lunghi

Monte Bibele – Monterenzio:
alle sorgenti di una valle incantata – i luoghi ancora incontaminati della nostra storia, che videro la nascita della nostra civiltà

Dopo una prima fase di scavi condotti negli anni ’60 da volontari di Monterenzio e Loiano, cominciarono tra il 72 ed il 75 i primi scavi regolari da parte della Soprintendenza per i Beni archeologici  a cui seguirono nel 1978 le ricerche dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Bologna sulla Pianella di Monte Savino che porterà ad un’ipotesi ricostruttiva  di alcune abitazioni che  danno l’idea di come poteva essere l’abitato etrusco celtico di Pianella che risale al IV/III sec a.C., del quale non possediamo ancora il nome che fu distrutto e quindi abbandonato a causa di un incendio. 
Si raggiunge l’abitato attraverso un bosco antico di castagni con scorci sulle valli sottostanti da cui si capisce che l’insediamento aveva una valenza difensiva e di controllo del vasto territorio circostante sulle antiche strade che collegavano il nord col sud dell’Italia. Durante la vista passeggeremo nella cosiddetta “area dei fulmini”, “l’auguraculum” il luogo della fondazione rituale dell’abitato e il luogo sacro del seppellimento delle offerte alla divinità (la ‘favissa) e la grande cavità artificiale detta “cisterna” chiaramente utilizzata per la raccolta delle acque in un’area priva di sorgenti naturali. La visita termina presso la cavità naturale chiamata “tana del tasso” dove si svolgevano riti propiziatori e da dove è partita in maniera casuale la riscoperta del sito archeologico. 

Punto di ritrovo: Centro servizi di Monte Bibele
Note: per raggiungere il centro servizi da dove partirà la visita la strada più veloce da Bologna la valle dell’Idice in direzione Monterenzio, si prosegue per San Benedetto del Querceto e si arriva a Quinzano dove si prende sulla destra via Zena che si segue per circa due chilometri e poi sulla destra si troverà il cartello con su scritto Centro Servizi e qui comincia una strada sterrata che porta al parcheggio e al centro servizi (inserire su google maps “Centro Servizi Monte Bibele”).

Si consiglia di indossare scarpe chiuse e con gomma antiscivolo in quanto ci sono dei punti che specie in caso di recenti piogge potrebbero essere scivolosi. 

Da Madonna dell’Acero alla cascata del Dardagna:
un suggestivo cammino sospeso tra religiosità popolare e natura incontaminata

A 1200 metri di altitudine, nel Parco regionale del Corno alle Scale, a pochi chilometri da Vidiciatico, si trova l’incantevole località della Madonna dell’Acero, circondata da foreste di abeti e faggi.
La suggestione del luogo è accentuata dall’abbondanza d’acqua che lo circonda, rivi e torrentelli confluiscono nel torrente sottostante offrendo angoli di bellezza incontaminata.
Punto di partenza del percorso è l’antico Santuario della Madonna dell’Acero, una delle massime espressioni della religiosità popolare della montagna bolognese, costruito nel 1500 sul luogo in cui, secondo una leggenda, la Madonna apparve a due pastorelli salvandoli da una bufera di neve e ridonando, ad uno di loro, l’uso della parola. Il luogo sacro richiamava pastori e boscaioli ma anche numerosi pellegrini che giungevano dalle valli vicine per venerare la Vergine dell’Acero, la cui fama dispensatrice di miracoli era assai diffusa, come testimoniano i molti ex voto conservati nella chiesa.
Da qui, parte il comodo sentiero adatto a tutti che porta ad ammirare la potenza della cascata del torrente Dardagna nelle cui fresche acque vivono animali come la rana temporaria e la salamandra pezzata, presente solamente in acque incontaminate. Un suggestivo percorso tra arte, cultura e natura.

Punto di ritrovo: Santuario della Madonna dell’Acero

Minerbio:
la Rocca degli Isolani e il “Palazzo Nuovo”, con la torre colombaia del Vignola

Minerbio, cittadina collocata nella pianura a nord est di Bologna, tra il canale di Navile ed il torrente Idice, deve probabilmente l’origine del suo nome all’antico culto della dea Minerva in epoca romana.
Entrando dalla medievale porta e percorrendo storiche strade come via borgo, via Larga Castello, via Sopra Castello, ci si addentra in quello che un tempo era l’antico borgo medievale per poi giungere alla prestigiosa Rocca edificata dagli Isolani quando ricevettero il feudo di Minerbio dai Visconti a seguito dell’aiuto fornito nella conquista di Bologna.
Accanto alla Rocca si nota anche la prestigiosa costruzione del “Palazzo Nuovo”, progettato dall’architetto Bartolomeo Triachini a metà del Cinquecento con l’elegantissima mole della torre Colombaia attribuita a Jacopo Barozzi, detto il Vignola.
Sulla via principale del paese, inoltre, notevole è la chiesa di San Giovanni Battista che, tra le più belle del contado, oltre a vantare al suo interno pregevoli opere d’arte, deve la sua realizzazione all’architetto Carlo Francesco Dotti, famoso per aver progettato anche il Santuario della Madonna di San Luca di Bologna.

Punto di ritrovo: Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista di Minerbio – Via G. Garibaldi 7/A

Budrio:
la città dei musei e i suoi antichi gioielli d’arte e architettura, il Teatro Consorziale, le chiese, i torrioni

Situato alle porte di Bologna, Budrio ha origini antiche, evidenti nella centuriazione della sua fertile campagna, che presenta ancora oggi la tipica struttura regolare a linee rette e perpendicolari.
Lungo i viali si possono riconoscere i bastioni medievali, ultime tracce del borgo “incastellato”, i palazzi seicenteschi con il Teatro Consorziale e la Pinacoteca.
Passando sotto la torre si arriva in piazza, fulcro della vita cittadina, con la chiesa di San Lorenzo, già attiva dal 1146, il palazzo comunale, ristrutturato dal Rubbiani sul modello di Palazzo Vecchio, e la statua di Quirico Filopanti, illustre concittadino di fama internazionale quanto le ocarine, strumento popolare ancora oggi ricercato!

Punto di ritrovo: Piazza Filopanti davanti all’ingresso del Municipio

Bazzano:
la “Piccola Parigi” svela i suoi tesori, da Piazza Garibaldi alla “prigione” di Ugo Foscolo  

Cuore di Bazzano è l’ottocentesca Piazza Garibaldi, su cui si affacciano l’oratorio di Santa Maria del Suffragio, il palazzo decorato con curiose teste di cavallo detto “La Repubblica” e il Palazzo Comunale che ospita le collezioni comunali.
Ispiratrice di una specialità dolciaria che porta il suo nome “la Giuditta” è rappresentata nella scultura di bagnante della fontana di piazza.
La Rocca che domina dalla collina ha origini medievali, costruita per volere di Matilde di Canossa, deve la sua forma attuale ai rifacimenti del 1473, quando l’edificio divenne “delizia” della famiglia Bentivoglio, allora signori di Bologna. In queste stanze nel 1799 venne tenuto prigioniero il poeta Ugo Foscolo.

Punto di ritrovo: Palazzo del Comune

Casalecchio di Reno:
il ‘Casaliculum’ romano sulle rive del Fiume Reno e ai piedi del Colle della Guardia, la Chiusa e il Lido, storico luogo di villeggiatura dei bolognesi

Adagiato ai piedi del Colle della Guardia e attraversato dal fiume Reno, il territorio di Casalecchio si distende tra pianura e collina. Già abitato al tempo dei Villanoviani e degli Etruschi, i Romani lo identificano come luogo per insediarvi un castrum e lo chiamano Casaliculum cioè piccolo gruppo di case.
Il fiume Reno è il protagonista attorno a cui si dispiega il comune, tanto da essere definito da Stendhal nel suo diario di viaggio il Bois de Boulogne di Bologna, un luogo lussureggiante dove si recava volentieri per una “passeggiata pittoresca alle cascate del Reno”.
Le storiche ville, il sistema della Chiusa, la più antica opera idraulica tuttora funzionate, insignita nel 2010 del riconoscimento UNESCO, e il passato di luogo di villeggiatura, quando anche intere famiglie elessero Casalecchio quale meta prediletta per le gite domenicali, tracciano una parte della storia di questo luogo.
Segnato pesantemente dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, per via della sua posizione strategica, Casalecchio ha saputo risorgere dalle sue macerie e così oggi si possono leggere anche testimonianze contemporanee come la chiesa di San Giovanni a Casalecchio, edificata su incarico del card. Lercaro, unica progettata dall’architetto Melchiorre Bega, oramai al termine di una lunga carriera, o il Monumento ai caduti realizzato dalla scultrice Francesca Barbanti Brodano Fioroni, inaugurato il 14 giugno 1925 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III.

Punto di ritrovo: Chiesa di San Giovanni Battista a Casalecchio di Reno – Via Guglielmo Marconi 39

Pieve di Cento:
visita alla perla della pianura bolognese: il suo centro storico è un vero scrigno di tesori, far cui opere straordinarie del Guercino, di Guido Reni, di Lavinia Fontana

Dalla porta, risalente al XIV secolo e sede oggi della Scuola di Liuteria, conosciuta a livello internazionale, si prosegue su via Melloni, su cui affacciano i resti dell’antico baluardo, e all’interno dell’antico quartiere ebraico, suggestivo dedalo di viuzze che verte intorno alla Corte dei Liutai.
Si giunge quindi alla Piazza A. Costa, cuore del paese, sede del Palazzo Comunale, che all’interno ospita l’Archivio Notarile, il Museo della Musica e il Teatro dedicato ad Alice Zeppilli, celebre soprano ammirata anche da Enrico Caruso e Gabriele d’Annunzio, e la Collegiata di S. Maria Maggiore, dal ricchissimo patrimonio artistico, con un Crocifisso miracoloso e opere di Guido Reni, Guercino, Lavinia Fontana e altri.
Si attraversa il Voltone, luogo di incontro dei pievesi e antica sede del mercato coperto, quindi alla “Piazzetta delle Catene”, ove si trova un’antica colonna viaria e la Casa degli Anziani, trabeata in legno e risalente al 1272.
Da qui, si continua lungo via Risorgimento e poi via San Carlo, percorrendo alcuni tra i portici più antichi del borgo, e infine la Rocca medievale, che ospita al suo interno il “Museo delle Storie di Pieve”. 

Punto di ritrovo: Porta Ferrara (c’è un grande piazzale a uso parcheggio vicinissimo, davanti al Parco “Isola che non c’è”, di fianco alla Scuola Materna)

Alla scoperta di Monteacuto delle Alpi:
gemma medievale incastonata nel cuore dell’Appennino

La visita sarà l’occasione per esplorare insieme questo borgo appenninico a breve distanza da Pianaccio e Lizzano, dove il tempo si è fermato al Medioevo.
Rigorosamente a piedi, ci avventureremo nei vicoli in ciottolato tra le case in bilico sul crinale, sospeso fra i torrenti Silla e Baricello, scoprendo punti panoramici mozzafiato. Un sorso d’acqua sorgiva alla fontana di Poli, che per primo la fece arrivare fino a qui per poi proseguire osservando il lavatoio in pietra serena ricostruito nell’Ottocento e ancora in uso.
Saliremo alla seicentesca chiesa patronale di San Niccolò, dove è custodita la pala d’altare di Pietro Faccini, allievo dei Carracci, il crocifisso ligneo settecentesco realizzato da Andrea Brustolon e l’acquasantiera scolpita dagli scalpellini locali un paio di secoli or sono.
Torneremo al parcheggio attraverso i folti castagneti che circondano il borgo.

Punto di ritrovo: davanti alla Trattoria Il Bagigio – Via Lastre 9
Consigliate scarpe comode e chiuse, pantaloni lunghi

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