Il sostegno economico per quattromila famiglie e trecento aziende colpite dalla crisi
Sostegno alle persone o aziende in difficoltà a causa del covid con un finanziamento di 130mila euro. La Tari da spauracchio diventa “sostegno”. Il Comune di Vergato, infatti, con una delibera del Consiglio comunale dello scorso 30 giugno, ha deciso di aiutare i propri concittadini che hanno subìto una ricaduta negativa a causa dell’emergenza sanitaria. Un’operazione non scontata resa possibile in quanto l’Atersis, l’Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti, ha concesso alle amministrazioni di accedere direttamente dal Bilancio comunale.
Una opportunità che il Comune di Vergato ha colto provvedendo a coprire una cifra pari a 20mila direttamente dal bilancio comunale, e ha permesso di avviare una politica di taglio della Tari per 410.00 euro per le utenze domestiche e 65.00 per le aziende e le partite Iva. Il secondo aspetto, non meno importante, è la percentuale della tariffa che resta identica dal 2017. «Questa importante operazione – ha dichiarato il sindaco di Vergato, Giuseppe Argentieri –vuole andare a mitigare gli effetti negativi che l’emergenza sanitaria ha determinato sul territorio del nostro comune, dando un minimo di respiro sia ai privati che al tessuto produttivo. Per il futuro stiamo studiando delle riduzioni strutturali per i nuclei famigliari con particolari fragilità». «Di fronte ad una emergenza sanitaria, economica e sociale di questa portata abbiamo innanzitutto pensato al bisogno dei nostri concittadini: in particolare sono 4.075 le utenze domestiche e 298 le utenze non domestiche coinvolte in questo finanziamento.
Una operazione per nulla scontata dove anche le amministrazioni comunali hanno dovuto affrontare, soprattutto in passato, significativi tagli dei finanziamenti da parte dello Stato centrale» ha spiegato Paola Sarti, assessore al Bilancio del Comune di Vergato.
Il Resto del Carlino, 25 luglio 2021
Lapini: «Sono veicolo per trainare il Paese. Se ci adeguassimo al valore europeo ( 60%) di occupazione
femminile, avremmo un incremento dell’l,5% di PIL