Nel 2021 il valore degli alloggi aumenta del 2%. Male la compravendita di esercizi commerciali
Il mercato immobiliare sotto le Due Torri ha messo il turbo, almeno per quanto riguarda le case: i prezzi crescono e l’attesa degli operatori è di un pieno recupero del mercato entro fine 2021, mentre il comparto non residenziale continua a soffrire. A dirlo è Nomisma, che ieri ha presentato il suo secondo Osservatorio del 2021 con focus anche su 13 città italiane tra cui Bologna, che risulta, per interesse verso l’acquisto e transazioni effettive, la città più dinamica. Anche se non mancano le preoccupazioni: il think tank, a livello nazionale, punta l’accento contro il rischio che la coda della recessione esponga i nuclei familiari dissuadendoli dal comprare casa. Finora comunque i segnali sono positivi, dopo un 2020 che si era chiuso con un calo del 15,1% nelle compravendite. Già nel primo trimestre 2021 il trend si era invertito: poche settimane fa l’Agenzia delle entrate, aveva registrato 1.495 vendite tra gennaio e marzo, +14,9% su base annua. L’aumento della domanda, per Nomisma, si è riflesso sui prezzi, cresciuti del 2% nel primo trimestre, con una punta del 2,2% per l’usato (1,3% per il nuovo).
Il 68% di agenti pensa che il mercato recupererà in pieno nel corso del 2021. Volano i prezzi delle case in periferia, che per l’usato aumentano su base semestrale del 3,4%, seguiti da quelli del semicentro (+2,1%) e del centro (+1%), mentre si osserva una lieve flessione per le zone di pregio (-0,8%). Pesa la tendenza, notata dagli agenti, a spostarsi verso le periferie. La domanda intanto, nota Nomisma, «continua a polarizzarsi tra chi può permettersi di accedere ad un mutuo per acquistare un’abitazione di nuova costruzione o con maggiori metri quadrati e spazi verdi e chi, invece, è costretto al mercato dell’affitto o a soluzioni in proprietà ma al di fuori del Comune». Sul fronte locazione, i prezzi restano stabili: l’offerta aumenta, la domanda no e non si sono ancora visti gli effetti del termine del blocco degli sfratti, così come non è ancora tornata la maggior parte degli studenti.
Nei prossimi mesi gli operatori prevedono una crescita nel numero di compravendite e nelle locazioni. I prezzi dovrebbero salire, i canoni rimanere stabili. Molto diversa la situazione del settore non residenziale, che soffre la chiusura di 93 imprese del commercio in città. E così Bologna è l’unica città italiana in cui le compravendite di negozi sono calate anche in avvio di 2021: -7,4%, dopo il -43% dello scorso anno. In questo segmento, i prezzi sono calati su base annua del 2,8%, le locazioni del 2,4%. Come i negozi soffre il settore direzionale (gli uffici), con il lavoro da remoto che ha reso meno necessari questi spazi favorendo la contrazione dei prezzi su base annua dell’1,9% e dei canoni del 3,6%. Anche per i prossimi mesi, nel non residenziale gli addetti ai lavori non vedono ancora prospettive di ripresa.
Riccardo Rimondi, Il Resto del Carlino – 15 luglio 2021
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