Marco Suppini, 22 anni, figlio di Carla Antonelli, Presidente Confcommercio Ascom Vergato, andrà ai Giochi Olimpici
Ai Giochi Olimpici, con l’obiettivo dichiarato di fare bene, molto bene. Marco Suppini ha 22 anni, fa parte del Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro e, a Tokyo, ci andrà con la fedele carabina, scoperta quasi per caso, in tenera età, seguendo le orme del fratello maggiore.
Suppini, come parte la sua storia? «Sono nato a Porretta il 13 settembre 1998. Sono cresciuto al Tiro a Segno di Vergato, sotto gli insegnamenti di Mauro Diamanti».
Perché il tiro a segno? «Il primo, in famiglia, è stato mio fratello Claudio, che è più grande di una decina d’anni. Avevo 10 anni, mi sono reso conto che mi riusciva bene. Non mi sono più fermato».
I primi successi? «Nel 2009 e 2012 i primi titoli italiani». Sempre per Vergato. «Esatto, dove sono rimasto fino al 2017. Poi sono stato contattato dalle Fiamme Oro. Per me è stato sia un colpo di fortuna sia una grande opportunità. Il gruppo sportivo della Polizia di Stato è uno dei più vincenti in assoluto».
Studi? «Mi sono diplomato geometra tecnico nel 2017. Poi mi sono preso una pausa per le Olimpiadi. Ma vorrei riprendere gli studi». Corso di laurea? «Direi giurisprudenza». Le sue specialità «La carabina a 10 metri e la carabina tre posizioni a 50 metri». A Tokyo? «Vado per la carabina a 10 metri». Cosa sono per lei le Olimpiadi? «Una bella vetrina, l’opportunità di fare bene». Cresciuto con il mito olimpico? «Sinceramente no. O meglio, sono cresciuto cercando di vincere tutto. Anche un mondiale. Poi mi rendo conto che le Olimpiadi sono qualcosa di speciale». Quando ha cominciato a pensare ai Giochi? «Quando ho conquistato la carta olimpica».
Paura del Covid? «No, sono tranquillo. Mi sono vaccinato. Poi so che il vaccino ti assicura di evitare complicazioni, qualora dovessi contrarre il virus. Per questo continuo a essere molto attento e prudente». Dove spara? «In inverno, grazie alle Fiamme Oro, sono stato a Moena. Poi, quando sono tornato a casa, l’ho fatto a Vergato». Sacrifici? «Bisogna curare l’alimentazione. Sono seguito da un nutrizionista per non mangiare tutti i giorni polpette, lasagne e tortellini». A cosa non riesce a resistere? «Ai tortellini». Brodo o panna. «Non scherziamo. Brodo, bollente, anche il 15 di agosto. Adesso ho eliminato il pane». Altre rinunce pesanti? «Borlenghi e crescentine fritte. Se comincio a mangiarle, soprattutto le crescentine , non mi fermo più. Una tira l’altra». Da grande cosa vorrebbe fare? «Mi piacerebbe rimanere in questo ambito sportivo. Grazie alle Fiamme Oro» .Sente la pressione quando gareggia? «Credo nel modo giusto. Pressione ed emozioni sono tutt’uno. Se non fosse così la pressione diventerebbe paura. Ma con la paura non vai da nessuna parte. E il mio sport è anche divertimento».
Sembra felice. Facendo altri sport, magari guadagnerebbe di più. «Mi ritengo fortunato. Le Fiamme Oro mi permettono di concentrarmi sul tiro». Svaghi? «Le uscite con gli amici, qualche aperitivo, non ora. Il cinema. Magari con Al Pacino». Musica? «Ascolto di tutto. Ma sono cresciuto con Vasco Rossi». Altri sport? «Tifoso del glorioso Bologna Fc. Fino a quando ho potuto ero un abbonato della curva Bulgarelli». Il giocatore preferito? «Palacio. Sa fare tutto». Quando partirà per il Giappone? «Il 16 luglio». Le sue gare? «Il 25 e 28 luglio». Riti scaramantici? «No. Solo non prometto nulla. So che sto lavorando da mesi, più ore al giorno, per farmi trovare pronto. Il massimo che potevo fare, come ore dedicate all’allenamento e sacrifici, l’ho fatto. Spero di raccogliere qualcosa».
Dopo Tokyo? «Nessun dubbio». Ovvero? «Stacco per un mese. Non so dove andrò. Ma ovunque vada, mare o montagna, lascerò il cellulare a casa. Sicuro». E le crescentine fritte?« Per quelle non c’è problema». Sicuro? «Sono un buongustaio del prodotto. Così ho imparato anche a farle. Le friggo e me le mangio direttamente. Così non resto mai senza».
Alessandro Gallo, Il Resto del Carlino 21 giugno 2021
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