Il numero chiuso non piace
Piovono critiche sugli ingressi a numero chiuso in piazza Aldrovandi, con transenne ai quattro varchi, annunciati dal sindaco Virginio Merola a partire da venerdì. E anche l’estate in piazza Verdi, fermata da un voto contrario del consiglio di indirizzo del Teatro Comunale, è a un punto morto. «Le notizie che arrivano da piazza Aldrovandi – dice il sovrintendente Fulvio Macciardi – dimostrano che ci sono problemi superiori a quelli che possiamo gestire in questo momento. La situazione è molto complicata, volevamo condizioni di un certo tipo, adesso tocca al Comune assicurarcele, ma non ci sono stati passi avanti. La gestione delle piazze è chiaramente in capo all’amministrazione».
Le piazze della zona universitaria sono chiaramente collegate tra loro. Il timore dei residenti è che ci sia un “effetto domino” tra i diversi spazi della movida. «Questi interventi a spot sono insignificanti – dice Otello Ciavatti del Comitato Piazza Verdi -. Sembra di giocare a guardie e ladri, invece noi ci aspettavamo un’estate piena di iniziative culturali, per poter davvero cambiare la fruizione delle piazze. Quando c’è la presentazione di un libro, il panorama cambia».
Le serate dell’ultimo fine settimana, con movida fuori controllo, hanno però costretto Palazzo d’Accursio a prendere provvedimenti urgenti, spiegati dal sindaco anche in ragione della pandemia che non è ancora finita. Tarare il numero degli ingressi su quello dei coperti dei locali non piace però neanche alla sinistra di Coalizione Civica. «Non mi convincono le soluzioni con ingresso riservato solo a consumatori paganti – dice la consigliera Emily Clancy -. Siamo cittadini, non clienti. Quando c’erano altri spazi, come il Bolognetti Rock, piazza Aldrovandi era vivibile. Perché i parchi chiudono a mezzanotte? Perché non ci sono trasporti pubblici per andare fuori dal centro? Alleggeriamo le piazze e apriamo parchi e spazi della cultura».
Per il presidente di Ascom, Enrico Postacchini, la decisione assunta dal Comune «è un segno di debolezza perché certifica che la situazione è sfuggita di mano». «La sicurezza fuori dai locali non la possono garantire gli esercenti – dice Postacchini – l’ordine pubblico deve essere garantito dalle forze di polizia. Il fatto che verranno impiegati volontari evidentemente lascia qualche perplessità. L’uscita dalla pandemia ci ha lasciato l’abitudine a considerare ogni spazio come un grande bar a cielo aperto».
Comune e prefettura si riuniranno stamattina nel comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, assieme ai vari rappresentanti delle forze dell’ordine, per definire i dettagli del provvedimento sperimentale. L’unico precedente legato alla pandemia, per gli ingressi contingentati, è stato nell’aprile del 2020 al Quadrilatero, ma si trattava di una zona commerciale. Qui la chiusura sarà serale e riguarderà l’intera piazza. «Sono tentativi che si fanno per riuscire a modificare una situazione che è andata fuori dalla misura consentita – dice la presidente del quartiere Santo Stefano Rosa Amorevole – è la prima cosa che può essere fatta, in un momento di emergenza. È chiaro che le soluzioni sono più complesse e prevedono nuovi punti di attrattività per i più giovani anche fuori dal centro, in zone meno dense. Il sonno dei residenti va tutelato».·
In tema delle notti in bianco, i residenti della zona sono molto ferrati. «Noi adesso veniamo svegliati nel week-end verso le 4 del mattino dalla musica diffusa anche da qualcuno che trascina una cassa su un trolley – spiega Pietro Maria Alemagna del comitato di via Petroni – credo che a questo punto l’unica soluzione sarebbe chiudere il centro al traffico anche la notte, con una finestra fino alle 22 per i ristoranti. Temo che gli assistenti civici non avranno la necessaria autorevolezza per fare rispettare i divieti».
Eleonora Capelli, la Repubblica – 29 giugno 2021
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