L’allarme di Ascom: «Un buco del 30%, l’intero settore ora è considerato a rischio. Colpa delle chiusure indiscriminate»
Alberghi, ristoranti e locali hanno riaperto da qualche settimane e si apprestano ad affrontare la stagione estiva nella speranza di riprendere un giro d’affari martoriato dal Covid. Ma c’è un grande ostacolo: la carenza di personale. L’allarme lo lanciano direttamente le attività e le associazioni di categoria, con Confcommercio Ascom e Federalberghi che puntano il dito: «Colpa delle chiusure indiscriminate causate dal Covid e delle politiche del lavoro». «I pubblici esercizi hanno ripreso a lavorare dopo mesi di chiusura – spiega Vincenzo Vottero, presidente di Fipe-Confcommercio Ascom –, la vita sta tornando alla normalità, ma sull’uscio dei pubblici esercizi e delle strutture ricettive si affaccia un nuovo problema collegato all’incertezza di oltre un anno e mezzo di crisi». Il dato è preoccupante: il buco sarebbe del 30% sul personale totale, sottolineano da Confcommercio.
«Oltre un anno di crisi e chiusure indiscriminate, hanno gettato discredito su tutta una categoria, ora considerata a rischio e non più allettante per i lavoratori», incalza Vottero che aggiunge: «Lavorare per bar o ristoranti ha sempre rappresentato per gli studenti, in particolare fuori sede, un buon metodo per arrotondare e nello stesso tempo i ragazzi per noi erano una risorsa importante. Con la didattica a distanza tutto ciò è venuto meno».
Vottero chiede un cambio di passo: «Bisogna trovare una soluzione per far sì che chi oggi è in cassa integrazione o si sostiene con la Naspi torni a cercare lavoro, per rivitalizzare il mercato e creare nuove opportunità di impiego. E va abbassato il costo del lavoro». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Celso De Scrilli, numero uno di Federalberghi: «Iniziano a fare capolino i primi turisti e dopo mesi di chiusura, si tratta di un bel segnale. Tuttavia con il perdurare di queste politiche assistenzialistiche è praticamente impossibile trovare personale. È necessario permettere alle aziende di poter rientrare sul mercato contando su personale capace e competente».
Anche il direttore di Confesercenti, Loreno Rossi è allarmato: «C’è parecchia preoccupazione, perché a fronte di una ripartenza confortante si fa grande fatica e la carenza di manodopera sta diventando grosso problema. I sussidi spingono molte persone a dire di no; oppure c’è il fenomeno della richiesta di essere pagati in maniera non regolare, per non rinunciare ad aiuti. Bisogna intervenire».
Francesco Moroni, Il Resto del Carlino – 23 giugno 2021
Le associazioni: “Vanno forte i prodotti della tradizione. Giusto comprare nei nostri negozi di prossimità, aspetto che dà linfa vitale a quartieri e territorio”