L’appello: «Non oltre il 4 luglio»
Le discoteche sono rimaste indietro, lasciate ad aspettare mentre le altre attività aprivano. Adesso, però, il governo sorprende e accelera. «Entro i primi dieci giorni di luglio – ha annunciato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa – le discoteche potranno aprire e penso che possa essere applicato il criterio del green pass; ho appena avuto un colloquio su questo con il ministro Speranza. Questa settimana – ha precisato – indicheremo una data in cui le discoteche potranno tornare a fare le loro attività, perché il settore è ad oggi, rimasto l’unico senza una prospettiva e credo sia dovere della politica dare una risposta». Insomma, un’apertura che, tuttavia, è vissuta ancora male dai gestori che chiedono un anticipo di una settimana. «Ci aspettiamo di poter riaprire il 4 luglio, perché andare oltre sarebbe insostenibile – ha controbattuto Maurizio Pasca, presidente del Silb, associazione di categoria dei locali con sale da ballo – ci aspettiamo buonsenso, il governo non ci faccia perdere il primo weekend di luglio perché le nostre attività sono aperte al massimo due volte a settimana. Per il Paese quella data non cambierebbe nulla, ma a noi tanto».
Sulla questione, confermano ambienti governativi, si deciderà entro la fine di questa settimana, proprio per dare ai gestori la possibilità di organizzarsi e ripartire appena sarà dato il via libera.
Sabato 19 giugno è stato condotto un esperimento a San Marino: sono state accolte 2.700 persone in una discoteca all’aperto, con ingresso consentito solo previa esibizione del green pass. A distanza di alcuni giorni non si registrano ancora contagi. Gli organizzatori hanno quindi rivolto un appello al governo italiano. «Al momento non risultano contagi – ha confermato Tito Pinton, organizzatore dell’esperimento – e nessuno dei miei dipendenti risulta positivo». All’evento, in una discoteca all’aperto, hanno partecipato 2mila e 700 persone e durante la serata, che si è protratta fino alle prime luci dell’alba, hanno lavorato circa 250 persone tra baristi, facchini, tecnici e Pr e più di 100 steward che hanno presidiato i check point e nessuno, alla fine, è risultato positivo. Un segnale che è stato colto anche dal governo visto che il settore vale un fatturato complessivo di circa 4 miliardi di euro pari a 800 milioni di gettito fiscale all’anno secondo dati dello stesso Silb.
Elena G. Polidori – Qn Il Resto del Carlino, 23 giugno 2021
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