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Bolognina nel caos: «Ora le guardie private»

L’esasperazione dei residenti dopo gli ultimi episodi criminali: carabinieri presi a bottigliate, giovane pestato e rapinato

Bottigliate contro i carabinieri e un ragazzo con la faccia rotta, rapinato e preso a pugni. Diario dalla Bolognina dove il grido d’allarme di chi ci vive, purtroppo, è ciclico e ogni volta il vaso è sempre più colmo. Ma ora, anche alla luce degli ultimi due gravissimi episodi uno a poche ore dall’altro, la situazione è diventata incandescente. «Dicono che il quartiere stia vivendo un cambiamento epocale? Bene, ma che sia in meglio. Dopo il lockdown – dice Simona Bentivogli, portavoce del comitato ‘Progetto Bolognina’, residente e commerciante del quartiere – la situazione è degenerata. Le forze dell’ordine sono poche e loro sempre di più, più aggressivi e arroganti».

Far west. Loro sono gli schieramenti di criminali, pusher per la maggiore, che ormai delle divise non hanno timore. «Perché si sentono impuniti – continua –, si accoltellano, si picchiano anche alla luce del sole. A volte qui sembra il Far west». Domenica sera, le 23, via di Corticella: scoppia una lite furibonda che vede protagoniste cinque persone, tra cui due donne. L’alcol è alle stelle, lo scambio di ’opinioni’ non quello di una serata di gala. Arrivano i carabinieri e l’ambulanza ma la situazione non si placa. Anzi. L’alterco prosegue, iniziano schiaffi, calci e pugni tra i cinque. Una donna afferra una bottiglia piena di birra e la scaglia contro la macchina dei carabinieri. Il vetro è ovunque, cocci sfiorano il volto di un militare che non risulterà sfregiato solo per miracolo. E’ quasi l’alba (e il coprifuoco delle 23?), piazza XX Settembre, in quattro accerchiano un giovane. Obiettivo: il suo cellulare.

La vittima, conosciuta ai database delle forze di polizia, reagisce ma finirà male. Zigomo rotto, contusioni, sangue a terra. Prefetto e guardie. «Sono tanti anni che vediamo interventi, – riprende Bentivogli – ci era stato detto che c’erano indagini dietro e si sarebbe arrivati a un punto. Ma il punto qual è? Vediamo peggiorare la situazione, le zone a rischio si sono espanse. Gli interventi delle forze dell’ordine sono importanti, ma non sono bastati. Non capiamo chi decide e cosa deve fare, inutile scaricare tutto su carabinieri e polizia». La caserma Navile è a due passi, le forze sono quelle che sono. «Mica possono fare i miracoli», chiosa ancora.

Ecco allora che torna la richiesta del presidio fisso «in piazza dell’Unità o in fondo a via Matteotti», o la richiesta di «chiudere i locali catalizzatori di pregiudicati». Ma non solo. «Chiediamo un incontro al prefetto, vorremmo spiegarle la situazione». E se l’esposto dei residenti di un anno fa «è rimasto nel limbo», un secondo è pronto. Infine ecco l’arma della disperazione per aiutare il commercio, già falcidiato dal Covid, e tranquillizzare il passeggio. «Ci pagheremo delle guardie private – chiude Bentivogli che ricorda che già in passato fu fatto –, professionisti che possano calmare le acque in caso di bisogno». E mentre lei parla, là fuori le solita grida: l’ennesima guerra per la spartizione del territorio continua.

Nicola Bianchi, Il Resto del Carlino 26 maggio 2021

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