La denuncia della società cooperativa ‘Il paddock’ della Barca che ha segnalato il fatto alla polizia: «Dicevano di averli comprati»
Si sono presentati, giovedì pomeriggio, al maneggio della cooperativa sociale Paddock, dicendo che dovevano prelevare dalle scuderie tre cavalli, che avevano pagato mesi prima. Una circostanza che non risultava a nessuno degli operatori del centro alla Barca, in via Raffaello Sanzio, che si occupa del recupero di cavalli maltrattati o anziani da destinare ad attività socio-educative di riabilitazione equestre e di pet therapy.
Le operatrici che erano sul posto, dopo aver detto che i cavalli non erano stati venduti, hanno tentato di mandare via i tre soggetti, piuttosto arroganti e spavaldi. Che, si legge su un post pubblicato su Facebook dalla cooperativa, «si sono presentati con un nome e un cognome ben legato ad un giro di furti nel mondo equestre che a quanto pare sta toccando anche l’Emilia-Romagna».
Solo con fatica, le operatrici sono riuscite a far allontanare i malintenzionati, contattando subito la polizia. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Santa Viola, che hanno avviato le indagini per risalire ai tre, probabilmente legati al mondo delle scommesse clandestine, e per chiarire perché abbiano deciso di prendere di mira proprio il maneggio della Barca. Dove adesso presidente e soci della cooperativa sono sotto choc. «Dobbiamo ringraziare il tempestivo supporto delle forze dell’ordine, sotto loro suggerimento abbiamo messo in sicurezza i nostri cavalli – si legge ancora nel post su Facebook –. Dobbiamo ringraziare anche alcuni carissimi amici e colleghi, che per ovvie ragioni non citerò pubblicamente, per il supporto offertoci in questi giorni. Noi faremo il possibile per tutelare i nostri animali e non ci faremo intimidire da personaggi che non hanno alcun tipo di rispetto per la vita».
Il maneggio di via Raffaello Sanzio è un luogo di cura e amore per gli animali, protagonisti di tante attività e corsi destinati a soggetti fragili e con disabilità, tra cui spicca la rieducazione equestre, «un’attività ricca di grandi potenzialità nella quale la persona disabile diventa gradualmente padrone dei propri miglioramenti fisici e relazionali – si legge sul sito di Paddock –. Il cavallo, infatti, è un soggetto altamente motivante e stimolante a livello tattile, visivo, uditivo ed emozionale, per la sua corporeità, il suo calore e l’ambiente naturale in cui vive». Cavalli che «sono parte della nostra grande famiglia – concludono dalla cooperativa–, non resteremo in silenzio di fronte ad un gesto così osceno e violento».
di Nicoletta Tempera, il Resto del Carlino, 25 maggio 2021
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