Il ministro Dario Franceschini annuncia un nuovo stanziamento di 30 milioni per gli acquisti di prossimità e Ambrosini (Ali) rilancia la proposta di rendere detraibili le spese per i libri
A Itri 30 milioni di euro a favore del cosiddetto “fondo Franceschini”, una delle iniziative varate lo scorso anno per permettere al1′ editoria di fronteggiare le conseguenze dell’emergenza pandemica.
L’annuncio è arrivato dallo stesso ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini, intervenuto ieri alla 77ma assemblea dell’Associazione Librai Italiani (Ali). Il provvedimento riconosce un contributo alle biblioteche pubbliche per acquisti effettuati presso librerie presenti nell’area urbana o nel territorio regionale all’interno del quale
si trova l’istituzione. «Al di là del sostegno economico – ha sottolineato Franceschini – l’intervento ha un significato particolarmente importante per quanto riguarda il ripristino di un criterio di prossimità e per il consolidamento della dimensione comunitaria che è caratteristica della lettura e, quindi, delle stesse librerie».
Di ricaduta sociale si discute molto durante i lavori dell’assemblea, introdotti dal saluto dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. A fornire materiali per il dibattito sono i risultati dell’Osservatorio promosso da Ali in collaborazione con Format Research.
L’indagine, relativa al secondo semestre del 2020 e realizzata negli scorsi mesi di marzo e aprile, presenta diversi elementi positivi, che si traducono in una ripresa del giro d’affari delle librerie indipendenti stimata attorno al 34%. Secondo il 46,3% degli interpellati, inoltre, sono più numerosi i clienti che si affacciano tra gli scaffali, e non si tratta soltanto di frequentatori abituali. «Dal lockdown in poi siamo stati travolti da un’ondata di nuove narrazioni, rispetto alle quali il libro ha dimostrato una tenuta niente affatto prevedibile né scontata», ha osservato Marino Sinibaldi, presidente del Centro per il Libro e la Lettura. Non per questo, però, si possono ritenere superati i problemi di un settore che, come ribadito dal presidente dell’Associazione italiana editori Ricardo Franco Levi, solo di recente è riuscito a imporsi con una rappresentanza unitaria.
Insomma, se è vero che secondo la rilevazione dell’Osservatorio tra giugno e dicembre dello scorso anno in libreria si è venduto il 48,6% di copie in più, per un corrispettivo a valore del 43,1 %, non va dimenticato che il 2019 era stato contraddistinto da un andamento tutt’altro che incoraggiante. «Il calo di fatturato era stato di oltre il 9% e analoga era stata la percentuale di librerie costrette a cessare l’attività», ha ricordato Sandro Ferri di e/o, una delle sigle editoriali più impegnate nel tentativo di contenere lo strapotere di Amazon. La conferma di come l’e-commerce sia ormai irrinunciabile è costituita dal fatto che anche Ali sta varando una sua piattaforma digitale, libripiù.it, che permetterà di condividere in modo più efficace le risorse dei diversi punti vendita. Nel frattempo Paolo Ambrosini, che in questi giorni conclude il suo mandato di presidente dell’associazione, insiste sulla necessità di ulteriori incentivi: «Il credito d’imposta per le librerie è stato molto utile – afferma-. Ora si potrebbe agire sul versante delle famiglie, rendendo pienamente detraibili le spese per l’acquisto di libri».
Alessandro Zaccuri, Avvenire, 25 maggio 2021
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