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«Stiamo spingendo i vacanzieri altrove»

Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca preoccupatissimo: «L’obiettivo non può essere di replicare la stagione 2020, con gli alloggi pieni e gli alberghi mezzi vuoti. Spagna e Grecia ci rubano i clienti migliori: tra quarantena e coprifuoco, chi ha voglia di venire in Italia?»

«Con le regole oggi in vigore, i turisti in arrivo in Italia devo­no fare la quarantena e ritirarsi in albergo alle 22 per il co­prifuoco. Ditemi: a queste condizioni, chi prenota un al­bergo? Il governo ha detto che a metà maggio il blocco alle 22 potrebbe essere rivisto in base ai casi e ai vaccini. Innanzitut­to è un’ipotesi, quindi un altro messaggio di incertezza ai tu­risti, e poi continuiamo a per­dere tempo. Gli americani adorano l’Italia e sono i nostri migliori clienti, ma li stiamo spingendo ad andare altrove. La Grecia dal 14 maggio acco­glie tutti purché in possesso di tampone negativo o certificato vaccinale. Non va meglio per i turisti provenienti dal­l’Europa che devono comun­que fare 5 giorni di quarante­na».

Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, guarda con preoccupazione all’e­state. «Ci dicono che dal 14 giugno entrerà in vigore il pas­saporto vaccinale, ma intanto i greci aprendo il 14 maggio hanno conquistato un mese di vantaggio».
Come vanno le prenotazio­ni?
«Prenotazioni? Con questa situazione di confusione? Gli alberghi continuano a ritar­dare le aperture nelle città d’arte. Qualcosa si muove sul litorale. Abbiamo il 50% in me­no di prenotazioni rispetto a questo periodo nel 2019. Ogni settimana cambia lo scenario, chi vuole che fissi una stanza in albergo?».
Eppure l’estate scorsa non è andata tanto male.
«Vuole scherzare? Le città d’arte hanno perso l’80% delle presenze. L’obiettivo non può essere di replicare l’estate del 2020».
Però c’è stato il boom delle case vacanza. Non temete che, nell’incertezza, il turismo italiano preferisca affittare un
appartamento, senza vincoli di tampone e restrizioni, piuttosto che andare in albergo?

«Gli albergatori non voglio­no fare la guerra agli affitti, purché però siano regolari e paghino le tasse. Se questa situazione avvantaggia gli appartamenti, mi auguro che ci siano controlli sulla loro rego­larità. Gli alberghi forniscono maggiori garanzie di rispetto dei protocolli sanitari e hanno servizi aggiuntivi. E poi dire che l’estate scorsa non è andata male solo perché molti ita­liani hanno riempito case sfitte non è esatto. Il numero degli alberghi rimasti vuoti è stato di gran lunga superiore».
Il passaporto vaccinale può aiutare n turismo?
«Sì, a condizione che arrivi in fretta. I nostri Paesi compe­titor, Spagna e Grecia, non aspettano che Bruxelles vari il “Green pass”. Vorrei ricordare che a Pasqua Madrid, le Balea­ri e le Canarie sono state prese d’assalto e nessuno ha detto niente. Alla finale degli Open di tennis a Barcellona lo stadio era pieno. E sono Paesi che hanno un numero di contagi pari all’Italia. L’Europa ci im­pone mille vincoli a cominciare dagli aiuti di Stato, ma poi non impedisce la concorrenza sleale al suo interno, tra i Paesi dell’Unione».
Vuol dire che l’Italia non dovrebbe aspettare le decisioni di Bruxelles?
«Mentre noi siamo aggan­ciati al carrozzone europeo, altri Paesi ci scippano le pre­notazioni. I piani per l’estate si fanno in questi giorni ma nel nostro Paese si naviga a vi­sta».
Che cosa vi dicono gli stranieri quando telefonano per prenotare?
«Continua a esserci un grande desiderio di venire in Italia, ma sono anche scorag­giati dalle restrizioni e dalla
confusione nelle decisioni e dalle contraddizioni».
Che tipo di contraddizio­ni?
«Qualcuno dovrebbe spie­garmi perché le feste di matri­monio sono vietate e le fiere no. Tanti alberghi, soprattutto al Sud, fatturano più di ristorazione che di camere. Il so­gno dei ricchi di tutto il mondo è di fare il ricevimento di matrimonio in uno dei nostri al­berghi sulle isole, sui laghi fa­mosi o sulla Costiera amalfitana. E poi mancano gli eventi. Nel nostro Paese si viene an­che per i festival ma i cartelloni ancora non ci sono. La per­cezione è che la vita del Paese deve sottostare alle decisioni del Comitato tecnico scientifi­co. Ma il suo compito dovreb­be essere esclusivamente quello di fornire dati, non di prendere decisioni che spet­tano alla politica. Se conti­nuiamo di questo passo sarà un’altra estate disastrosa».

di L.D.P., La Verità, 3 maggio 2021

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