Bologna, al ristorante Diana i clienti sfidano la pioggia
Il centro di Bologna si riempie di nuovo di gente e in via Indipendenza torna a illuminarsi l’insegna del Diana. Il menu della ripartenza è identico a quello delle altre città: dehors e spazi all’aperto, per ospitare i clienti in questo primo giorno di ritorno al giallo. Nel locale, dove sono passati Pertini e Andreotti, Fellini e Sordi, Tomba e Schumacher.
Si prende spunto proprio dal gergo sportivo per questo primo giorno di riapertura. Stefano Tedeschi (nella foto), che ha preso in consegna la gestione dallo storico proprietario Eros Palmirani da un paio d’anni, parla di rodaggio di fronte al passaggio di potenziali clienti e all’incognita meteo.
Su Bologna ieri è caduta anche una pioggia primaverile che ha frenato un po’ le attese dei ristoratori dopo la lunga chiusura dei locali in questi ultimi mesi. «Questo primo giorno ci è servito per rimettere insieme un po’ i pezzi e prendere le misure – racconta Tedeschi –. I dehors li abbiamo sempre avuti, non è una novità». Ma il maltempo è un’incognita che rischia di rovinare i piani di rilancio e di ripresa dei ristoratori. Meglio esorcizzarlo.
«Ripartenza bagnata, ripartenza fortunata…», ironizza Tedeschi. I clienti ai tavoli sorridono sotto gli ombrelloni e aspettano il secondo: una trentina di posti circa, la voglia di tornare a bere e mangiare insieme al ristorante è tanta. E nemmeno la pioggia riesce a fermarla. «Ovviamente per ora non c’è stato un boom di prenotazioni – continua Tedeschi –. Di solito lunedì siamo anche chiusi, ma oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto un’eccezione. Molti hanno prenotato in mattinata, altri hanno telefonato un’ora prima per chiedere se c’era posto».
Insomma, un po’ di movimento c’è stato. In attesa, chiaramente, di tempi migliori. La speranza ovviamente è che con un andamento pandemico positivo e le condizioni meteo favorevoli, il coprifuoco possa essere allentato nelle prossime settimane, in modo da permettere ai cittadini di godersi qualche momento in più seduti a cena. Senza l’ansia di dover tornare a casa in tempo per le 22.
«Non è nei ristoranti che aumentano contagi – conclude il titolare del Diana –: i nostri clienti vengono a mangiare e poi vanno a casa, non restano in giro fino a mezzanotte. Ci auguriamo maggiore flessibilità».
di Francesco Moroni, Qn-il Resto del Carlino, 27 aprile 2021
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