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Sangalli: «Urgente un piano per ripartire»

Il presidente di Confcommercio ribadisce la necessità di indennizzi robusti e di moratorie sui prestiti bancari. “Il ritorno delle zone rosse e arancioni è la conferma del `più chiusure’”. “Muoversi subito per salvare il turismo”

Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, chiede al governo un «cambio di passo». Insufficienti le risposte del decreto sostegni, insostenibili le nuove chiusure che mettono a rischio la sopravvivenza delle imprese. L’occasione per ripartire è lo scostamento di bilancio, che deve essere «robusto» e magari servire a esentare dal pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti, le attività in perdita o costrette a chiudere.

Come vede il ritorno alle zone rosse e arancioni?

«È la conferma del “più chiusure” con i suoi ormai insostenibili costi economici e sociali. Dopo il crollo dei consumi nel 2020 di quasi 130 miliardi, ancora tante, troppe imprese del commercio, del turismo, dei servizi ma anche le attività professionali sono a rischio chiusura. Serve un deciso cambio di passo che preveda anche una rapida e graduale riapertura delle attività, in piena sicurezza con i protocolli già esistenti. E quello che ci aspettiamo dal governo Draghi».

Le risposte del decreto Sostegni sono adeguate?

«Un bene aver archiviato il meccanismo dei codici Ateco, ma indennizzi e sostegni sono ancora del tutto insufficienti, sia quelli erogati che quelli ancora attesi. Servono indennizzi adeguati e inclusivi. Ma serve anche prorogare la moratoria sui prestiti bancari e allungare i tempi di rimborso a non meno di 15 anni. Poi, vi è il capitolo delle moratorie fiscali e i costi che le imprese devono sostenere pur essendo rimaste chiuse».

Ultimamente si è parlato della Tari…

«Una tariffa che è aumentata dell’80% negli ultimi dieci anni e che continua a dover essere pagata dalle imprese, anche se sono chiuse. Una vera assurdità. Serve con urgenza un nuovo e robusto scostamento di bilancio e vanno esentate dal pagamento della Tari tutte quelle imprese che, anche nel 2021, saranno costrette a chiusure dell’attività o a riduzioni di orario e quelle che, pur rimanendo in esercizio, registreranno comunque un calo del fatturato».

Cosa altro serve?

«È necessario concentrarsi sul decollo della campagna vaccinale e fare di tutto per consentire riaperture in sicurezza. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, tutta e sino in fondo. Ma sinceramente non riusciamo a comprendere i motivi per i quali, ad esempio, i ristoranti non possono lavorare garantendo le distanze di sicurezza e osservando i protocolli sanitari. O perché i negozi di abbigliamento non sono ricompresi tra le attività essenziali, rischiando così di veder sfumare un’altra stagione decisiva per la tenuta delle attività. Lo stesso dicasi per i mercati che si svolgono, tra l’altro all’aperto. Per questo, proprio in questi giorni, abbiamo lanciato una grande campagna nazionale “Il futuro non (si) chiude”: perché alla disperazione degli imprenditori e vanno date risposte adeguate, razionali e tempestive da parte del governo».

Siamo alla vigilia della stagione turistica estiva. Cosa proponete?

«Nel 2020 in Italia sono mancati oltre 77 milioni di turisti. In termini economici, una perdita rispetto al 2019 di circa 100 miliardi di euro. Per salvare questo comparto – che ricordo vale oltre il 13% del Pil italiano – bisogna muoversi subito. Le parole d’ordine sono vaccini, tamponi, programmazione e promozione dell’offerta turistica italiana. Bisogna guardare subito anche al rilancio di tutte le nostre destinazioni, lo strumento è il Pnrr, che però deve dare più spazio al turismo di quello previsto nello schema approvato dal governo precedente. Servono investimenti, anche per ridurre il divario Nord-Sud». In che modo? «Bisogna utilizzare meglio il capitale produttivo e umano ma servono maggiori risorse, anche di derivazione europea, e un piano di riforme per migliorare infrastrutture e accessibilità territoriale. E il Pnrr può essere un’opportunità anche per rilanciare il rapporto stretto tra riforme ed investimenti». A proposito di vacanze, cosa ne pensa del passaporto vaccinale? Non devono esserci né dubbi né incertezze: bisogna adottarlo subito e crederci con convinzione, anche perché sarà varato a breve dall’Europa. Contestualmente auspichiamo che possa essere creata una banca dati degli immunizzati attraverso uno screening degli anticorpi neutralizzanti nei vaccinati e nei guariti».

di Antonio Signorini, il Giornale, 6 aprile 2021
Carlo Sangalli
Carlo Sangalli – Presidente Confcommercio Imprese per l’Italia

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