Il presidente di Confcommercio sul Gazzettino: «Nessun cambio di passo col governo Draghi. Per salvare l’estate turistica passaporti vaccinali e mete Covid-free: Spagna e Grecia sono più avanti».
Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio, è deluso. Il governo ha prorogato a tutto aprile le zone rosse e arancioni, ma per il commercio è cambiato poco o nulla.
«Le imprese del terziario sono di fronte ad una situazione estrema: sostegni del tutto insufficienti e, alla luce del nuovo decreto, prospettive di riaprire un miraggio. Servono, invece, subito riaperture progressive e in sicurezza. Serve soprattutto, prima che sia troppo tardi, la svolta tanto attesa del governo Draghi che ancora non si vede».
Gli ultimi provvedimenti del governo quindi non bastano?
«Ci aspettavamo un deciso cambio di passo che non c’è stato. Le risorse sono del tutto insufficienti e la riapertura in sicurezza delle attività ancora un miraggio. Bene che si sia archiviato il meccanismo dei codici Ateco, raccogliendo peraltro una nostra richiesta, mala platea di beneficiari è molto ampia e l’indennizzo medio è di appena 3.700 euro. Una cifra che non tiene conto della drammaticità della situazione a partire dall’impatto sul terziario di mercato di un crollo dei consumi prossimo, nel 2020, ai 130 miliardi di euro».
Che cosa vi aspettate allora?
«Anzitutto, chiediamo che si prenda atto dell’evidente insostenibilità economica e sociale del ricorso alle chiusure. È necessario concentrarsi sul decollo della campagna vaccinale e fare di tutto per consentire riaperture in sicurezza. Associazioni e imprese sono pronte a fare la propria parte: tutta e sino in fondo. In ogni caso, le scelte adottate vanno spiegate. Anche perché continuiamo a non comprendere, ad esempio, perché i ristoranti non possano lavorare mantenendo le distanze di sicurezza e i protocolli sanitari. O perché i negozi di abbigliamento non siano ricompresi tra le attività essenziali, e che rischiano di saltare ancora una “stagione” decisiva per la tenuta delle attività. Così come i mercati che si svolgono, tra l’altro all’aperto. Ed ancora, il tema della montagna con l’incredibile dietro-front che ha messo a rischio tante attività della filiera turistica e commerciale».
Ma i ristori sono partiti…
«Servono indennizzi più adeguati, più inclusivi e più tempestivi. E servono anche la proroga della moratoria sui prestiti bancari in scadenza a giugno, nonché l’allungamento dei tempi di rimborso dei prestiti bancari assistiti da garanzie pubbliche a non meno di 15 anni. Ancora, moratorie fiscali decisamente più ampie. E bisogna intervenire sulla TARI: una vera assurdità visto che le imprese devono continuare a pagare questo tributo anche se sono chiuse e non producono rifluti. E poi il nodo dei canoni di locazione degli immobili commerciali: il credito d’imposta va riproposto e la riduzione dei canoni va incentivata anche fiscalmente».
I centri storici delle nostre città rischiano la desertificazione per affitti alti e smart working: che cosa proponete?
«Serve, nel PNRR, un progetto specifico per i servizi di prossimità a partire dal commercio e dal turismo. Vanno affrontate e vinte le sfide della accessibilità, della trasformazione digitale e della sostenibilità. Il Presidente Draghi ha detto che i tempi per un accordo globale sulla web tax sono maturi. Bene. Perché un’equa web tax è più che mai necessaria ed urgente».
La stagione estiva si avvicina: cosa chiedete per aiutare l’arrivo dei turisti?
«Vaccini, tamponi, programmazione e promozione dell’offerta turistica italiana. Lo strumento è il PNRR, che però deve dare più spazio al turismo di quello previsto nello schema approvato dal Governo precedente».
Passaporto vaccinale e luoghi Covid-free come per esempio Jesolo o Venezia possono aiutare? Ed è una operazione possibile?
«Non solo possibile ma urgentissima. Paesi come la Grecia e la Spagna sono più avanti di noi. Se a Pasqua 300 voli con turisti prenotati partono dalla Germania per le isole Baleari è perché questa è una destinazione Covid-free, riconosciuta anche dalle autorità tedesche. Perché non è ancora stato attivato un piano per identificarle e realizzarle anche in Italia? Va fatta da subito una cabina di regia per preparaci almeno per l’estate. Sul passaporto vaccinale, che l’Europa varerà a breve, non devono esserci né dubbi né incertezze: bisogna adottarlo subito e crederci con convinzione».
Maurizio Crema, Il Gazzettino, 02/04/2021
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