«Assurdo penalizzare così le mete turistiche più visitate dagli stranieri» Bonaccini: si vola all’estero, ma c’è il divieto di vedere i parenti vicino a casa
ROMA «La toppa è peggiore del buco». L’ultima ordinanza del ministro della Salute – che impone una quarantena di 5 giorni più un tampone per chi arriva in Italia dalla Ue – getta altra benzina sul fuoco della rovente polemica che era stata innescata qualche giorno fa da Federalberghi («Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia per Pasqua»).
E oltre alle associazioni sono furiosi anche i sindaci delle città d’arte. «Quarantena al rientro dall’Ue? Così abbiamo perso tutti – commenta amaramente il presidente Astoi Confindustria Viaggi Pier Ezhaya – e francamente non vediamo il nesso di questa misura ‘sanitaria’ e non riusciamo a scollegarla dalle polemiche di questi ultimi giorni sul fatto che si possa viaggiare in alcuni paesi esteri per Pasqua. Perché quest’ordinanza non è stata fatta prima? Sembra voler dire: rendiamo più difficile andare all’estero. Anche noi tour operator siamo aziende italiane». E aggiunge: «Sono 10 mesi che chiediamo l’apertura di un corridoio turistico e, ora che ne abbiamo uno, si fa di tutto per far abortire l’operazione». Ci tiene subito a chiarire la posizione degli albergatori il presidente Bernabò Bocca: «La toppa della quarantena – dice – è peggio del buco. Noi non volevamo fare assolutamente la guerra agli italiani che andavano all’estero né tantomeno a tour operator e agenzie di viaggi italiani di cui abbiamo la massima considerazione. Ma se il tampone vale per andare all’estero, deve valere anche in Italia. Federalberghi è convenzionata con più di duemila centri diagnostici per i test in hotel. Se è permesso salire su un aereo col tampone, sia permesso anche in hotel».
Parla di una «guerra tra poveri» Luca Patanè, presidente di Confturismo Confcommercio: «Non serve fare la lotta tra hotel, agenzie di viaggio e tour operator. Siamo sulla stessa barca, che sta affondando». Furiosi i sindaci delle grandi città d’arte, che per Pasqua, solitamente, registravano il pienone. «Questa faccenda – sbotta Dario Nardella, primo cittadino di Firenze – mi fa una rabbia indescrivibile. Per città come Firenze, Roma, Venezia, Napoli, Palermo la Pasqua è l’inizio della stagione. Lo scorso anno abbiamo perso 37 milioni nel primo trimestre di quest’anno siamo già a 10 milioni di mancato introito». Perché se «la montagna e il mare in qualche periodo si sono salvati, le città d’arte no, visto che vivono di turismo internazionale, che peraltro è quello che spende meglio».
Durissima anche la critica di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni: «Non si possono incontrare i propri cari, magari a pochi chilometri di distanza, ma è possibile prendere un aereo e farne migliaia per svago? Un controsenso che penalizza anche tutti gli operatori turistici e gli albergatori che sono alle prese con forti perdite economiche. Spero si faccia presto chiarezza su questa assurda anomalia».
l.bolo., QN, 31 marzo 2021
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