Pressing sull’Ue e più aiuti al settore con mini-bond e recovery plan. L’appello degli operatori: “Dopo i settantenni, immunizzate noi”
Migliaia di posti di lavoro a rischio. Il tema è in cima all’agenda di Draghi.
Il 2020 se n’è andato in archivio lasciando in ricordo al settore (e all’economia italiana) un buco da 53 miliardi. La stagione invernale dello sci è stata cancellata in zona Cesarini. La Pasqua in zona rossa sarà nera. E il turismo tricolore, dopo un anno da incubo, prova a non perdere l’ultimo treno: l’estate 2021.
Pochi mesi in cui sarà in gioco il futuro di moltissimi alberghi, tour operator e agenzie di viaggio arrivati ormai sull’orlo del crac. Una partita con in ballo decine di migliaia di posti di lavoro, planata da giorni in cima all’agenda del governo Draghi e appesa a due salvagenti decisivi: i ristori allo studio dell’esecutivo e quel pass vaccinale che dovrebbe – incrociando le dita – riaprire le porte del nostro paese a chi arriva dall’estero.
I tempi per non far andare in fumo anche luglio e agosto – due mesi che valgono da soli quasi il 60% delle entrate del turismo nazionale – sono stretti. «Gli stranieri stanno prenotando in queste settimane, non possiamo ritardare», dice Bernabò Bocca presidente di Eederalberghi. I 300 charter che tra oggi e sabato partiranno (tra mille polemiche) dalla Germania per le Baleari, per dire, sono figli di un accordo bilaterale tra Berlino e Madrid firmato da tempo.
Il nuovo ministero del turismo – resuscitato da Draghi e affidato a Massimo Garavaglia – sta provando a recuperare il terreno perduto lavorando a un piano di emergenza in tre tappe. La prima è il pressing in Europa per ammorbidire le resistenze dei paesi del Nord e approvare presto il “passaporto Covid”.
Quel documento digitale e cartaceo in cui sarà riassunta la nostra situazione sanitaria (vaccinazione, anticorpi o tamponi) per girare in Europa senza quarantene.
E una prima vittoria su questo fronte è stata ottenuta, visto che Thierry Breton – il commissario per il mercato interno Ue- ha promesso che il lasciapassare sarà disponibile a metà giugno in tempo per non perdere la stagione.
La seconda patata bollente sul tavolo del governo è la crisi di liquidità di un settore che da un anno ha visto gli incassi quasi azzerati.
Un primo salvagente è arrivato con il decreto sostegni che ha stanziato 1,7 miliardi (700 milioni per
la montagna, 900 per gli stagionali, 100 per le fiere). In cantiere però ci sono altri aiuti a medio termine, come l’allungamento delle scadenze dei debiti, il varo di mini-bond per risistemare le strutture con il sostegno di Mediocredito centrale e Cdp. La terza gamba del piano Draghi saranno gli interventi previsti nel recovery plan,
dove sono stanziati 8 miliardi per il settore.
La priorità per il settore, però, resta scavallare l’estate. «Siamo il comparto più penalizzato dalla pandemia – dice Luca Patanè presidente dell’aerolinea Blue Panorama e di Confturismo – Se il governo volesse davvero darci una mano potrebbe vaccinare, dopo i 70enni, gli operatori del settore».
La Grecia sta immunizzando tutti gli abitanti delle isole sotto i mille abitanti. E non a caso l’Olanda invierà nei prossimi giorni a Rodi un gruppo-cavia di 180 turisti per una settimana in un villaggio “blindato”, tamponandoli prima e dopo il tour per capire se sono davvero possibili le vacanze Covid-free.
«Le polemiche di queste ore sugli italiani che vanno all’estero sono una partita in cui perdiamo tutti
– è sicura Ivana Jelinic, presidente della Fiavet, la federazione delle agenzie di viaggio – Quello di cui abbiamo bisogno subito sono i corridoi bilaterali in entrata e uscita per i viaggi con aree dove la situazione sanitaria è sotto controllo». Un esempio? «Sharm El Sheik in Egitto dove i contagi sono ridotti al lumicino».
Le prossime settimane, insomma, saranno decisive per capire se si riuscirà a salvare l’estate. E la velocità delle vaccinazioni (vale per tutta l’economia) sarà fondamentale.
Garavaglia è ottimista e punta sulla formula autarchica del2020, quando gli italiani in vacanza a luglio e agosto hanno messo una toppa alla stagione. «Non ci sono motivi per pensare che quest’anno sarà diverso» ha detto alla
trasmissione “Breakfast Club” di Radio Capital invitando tutti a prenotare senza paura.
«Se potessi andare in vacanza ci andrei volentieri», gli ha fatto eco Draghi. Il problema – conclude Bocca – è che i turisti italiani non bastano. «Aiutano le località di mare e la montagna – spiega – ma le città d’arte sono rimaste vuote anche in altissima stagione». Gli stranieri che prenotano il viaggio Roma-Firenze-Venezia rappresentano il 52% delle presenze in Italia. E sono di gran lunga i clienti che spendono di più. E sono un treno che l’Italia non può permettersi di perdere per due estati di fila.
Ettore Livini e Raffaele Ricciardi, la Repubblica -31 marzo 2021