Gli albergatori bolognesi non hanno preso affatto bene la notizia dei viaggi all’estero di (pochissimi) italiani: «È una scelta ridicola e incomprensibile», protesta Celso De Scrilli (Federalberghi)
Secondo De Scrilli questa scelta «danneggia un settore già in ginocchio». “Se è possibile con due tamponi andare all’estero, non capisco perché, con la stessa procedura, non si possa andare in un hotel a Pasqua». Celso De Scrilli, presidente Federalberghi Bologna, definisce «incomprensibile» la recente decisione del governo di permettere i viaggi turistici verso una lista di Paesi in questo momento in cui, causa pandemia, non è consentito spostarsi sul proprio territorio. Decisione che «danneggia un comparto già a terra.
Tra Bologna e provincia abbiamo perso il 90% del fatturato e 15mila posti di lavoro, considerando tutto l’indotto».
De Scrilli evidenzia l’esiguità dei sostegni per gli albergatori: «Secondo i nostri calcoli, un’impresa medio-piccola che ha perso un milione e mezzo di euro, ne riceve 12mila di ristori: è ridicolo. Gli alberghi non sono mai stati chiusi per decreto, ma non si riesce a stare aperti senza nessuno che arriva». Per cui, di fatto, oggi più della metà degli hotel sotto le Due Torri ha le porte chiuse.
In merito alle misure anti-contagio, De Scrilli ricorda che «già da marzo dell’anno scorso abbiamo messo in atto un protocollo con distanziamenti e sanificazioni: gli alberghi sono sicuri, però sono vuoti». E lancia un appello al governo: «Se vogliamo che esista ancora un turismo in Italia, servono provvedimenti seri, con ristori per chi ha avuto perdite ingenti e non a pioggia, e anche finanziamenti. Altrimenti dovremo chiudere e lasciare tutti a casa».
e.g, Corriere di Bologna – 30 marzo 2021
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