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«I nostri hotel chiusi, ma per volare alle Canarie bastano due tamponi»

Bocca (Federalberghi): «Presi in giro. L’aiuto dei ristori? Dodicimila euro per un hotel che perde due milioni di euro non possono certo bastare”

ROMA «Non mi posso muovere dal mio Comune, ma posso volare alle Canarie: è assurdo, mentre l’85% degli alberghi italiani è costretto a restare chiuso». Tra sabato e domenica, Bernabò Bocca presidente di Federalberghi, ha ricevuto centinaia di telefonate di albergatori preoccupati e arrabbiati.

Presidente, cosa le hanno detto gli imprenditori? «Si sentono presi in giro. Se ci sono delle regole da rispettare si rispettano, ma poi se queste valgono solo per alcuni, non possiamo accettarlo. Da un lato, chiudiamo gli italiani in casa, ma poi li facciamo andare in tutto il mondo: così si ammazza il turismo italiano. Sembra che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra».

Gli albergatori erano pronti a riaprire per Pasqua? «Sì, molti avevano già riaperto, come il Gritti di Venezia ad esempio. Poi è arrivato il nuovo decreto sulla zona rossa durante le vacanze, con il divieto di circolazione tra le regioni e siamo dovuti ritornare indietro. Nelle città d’arte, dove non arrivano turisti da un anno, si poteva pensare di lasciare andare gli italiani. Invece, sono fermi in casa. Oppure possono andarsene liberamente all’estero, o perfino in crociera».

All’estero si può andare senza restrizioni? «Certo, basta un tampone alla partenza e al rientro. Quando abbiamo visto la zona rossa per Pasqua, pensavamo che almeno per l’estero ci fosse la quarantena, invece basta un tampone. E gli altri Paesi ne approfittano. Sembra che la Spagna ci dica “venite da noi”, così come la Grecia dove da mesi si stanno organizzando per l’estate».

Alle Baleari sono già arrivati migliaia di turisti tedeschi, succederà lo stesso in estate? «Temiamo di sì. Basti pensare che la Grecia quest’anno è la prima destinazione del mercato statunitense e già non si trovano alloggi e barche. Ma loro sono partiti in tempo, hanno creato le isole “Covid free” e dal 14 maggio chiedono l’obbligo di vaccino o tampone per chi arriva».

E in Italia? Come saranno le vacanze italiane? «Non lo sappiamo ancora, siamo ancora appesi alle zone colorate e non sappiamo come organizzarci, non c’è alcuna prospettiva, anzi, per ora si parla solo di un aprile senza zone gialle, quindi ancora con il blocco tra le regioni. Ma nel frattempo, il turismo, nazionale e internazionale si organizza, perché è adesso che si pianifica la villeggiatura estiva. Ma senza alcuna indicazione certa, i turisti vanno altrove: stiamo regalando turisti all’estero».

Federalberghi ha un piano per ripartire in tutta sicurezza? «Avevamo proposto tamponi negli alberghi, da fare all’arrivo e alla partenza: ci hanno detto no e ci hanno chiuso, sembra che non si rendano conto di cosa stiamo rischiando».

In che condizioni è ora il settore alberghiero? «Abbiamo l’85% degli alberghi chiusi; i più piccoli e chi era in affitto non riapriranno più. Se non si riapre almeno a maggio, molti altri non riusciranno a salvarsi».

I ristori non aiutano? «Dodicimila euro per due milioni di euro persi possono aiutare?».

Claudia Voltattorni, Corriere della Sera -29 marzo 2021
Nella Foto Bernabò Bocca, Presidente Federalberghi

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