I commercianti contrari al progetto del Comune «Ignorata via Borgonuovo, la soluzione migliore»
Sgrana gli occhi, Monica Casali, dietro il bancone del suo panificio di via Guerrazzi. «Fanno una pista ciclabile contromano in questa strada? Ma non scherziamo…». Il doppio senso ciclabile in via Guerrazzi – cioè la possibilità, per le bici, di circolare anche in senso opposto al senso di marcia degli altri veicoli – è stato annunciato dal Comune già per aprile. Ma quasi tutti i commercianti della via e dintorni si dicono stupefatti. «Questa strada è molto stretta, ci passa a malapena l’autobus, ci sono le auto parcheggiate. Fare andare le bici contromano è pericoloso per tutti», spiega la Casali.
Roberto Pedrini ha un chiosco di formaggi in piazza Aldrovandi. Sul retro, c’è la sua bicicletta. «Mi muovo sempre in bici – precisa – ma non mi sono mai sognato di fare via Guerrazzi contromano per arrivare qui al lavoro». Per raggiungere strada Maggiore da via Santo Stefano, spiega, «c’è comoda comoda via Borgonuovo. Sono tre pedalate in più, in leggera discesa e in tutta sicurezza. Quello è il percorso naturale per le bici. Che senso ha questa idea di via Guerrazzi?». A meno che, riflette, «il Comune stia pensando di eliminare i posti auto per fare spazio alle biciclette». Anche Paolo Colonnello, edicolante all’inizio di via Guerrazzi, scuote la testa. «Non sono affatto favorevole alle bici controsenso – afferma –. Così aumenterà il rischio di incidenti. Anche per i pedoni, specie i più anziani, che dovranno guardarsi anche dalle biciclette che sfrecciano in senso contrario». Davanti al Coco Cafè, il titolare, Generoso Marsico, sceglie l’ironia: «Forse il Comune vuole regolamentare il contromano delle biciclette. Almeno, lo sposta da sotto il portico in strada».
Perché proprio nei 500 metri di via Guerrazzi – dove il Comune lanciò la crociata contro ‘bici selvaggia’, con vigili in borghese appostati – contromano, spesso sotto il portico, circola di tutto. «Bici – spiega Marsico –, monopattini, skateboard. Senza la minima attenzione per i pedoni». Contro il provvedimento, intanto, il consigliere comunale centrista Giulio Venturi ha lanciato sulla piattaforma change.org una petizione online. Serafino Perrone esce dalla sua edicola di piazza Aldrovandi. Indica il largo marciapiede che costeggia l’imponente Palazzo Davia Bargellini. Poi traccia con la mano una linea immaginaria, che parte su da via Guerrazzi. «Venendo giù contromano, le bici attraverseranno strada Maggiore e si infileranno dritto dritto su questo marciapiede. Lo fanno già adesso, e più di un mio cliente ha rischiato di essere investito. Dopo, sarà ancora più comodo sfrecciare di qua. A meno che il Comune non metta dei fittoni». Linda Triggiani, nel suo negozio bio ed equosolidale ‘C’è un mondo’, in via Guerrazzi, la prende con più filosofia. «Se le regole prevedono il doppio senso ciclabile in determinate strade – commenta –, mi rimetto al Codice della strada».
E il Codice oggi lo prevede nelle strade urbane con limite di velocità di 30 chilometri l’ora. Codice o no, per Pasquale Pizzimenti (Ortofrutta Marinella, nel mercatino di piazza Aldrovandi) «questa storia delle biciclette contromano non va affatto bene». Via Guerrazzi «è una strada troppo stretta, così si aumentano i pericoli». Elisabetta Caliceti, di Scarlett, non si capacita: «Ma si rendono conto? Via Guerrazzi è stretta, qui ci sono auto parcheggiate ai lati, passano a filo bus e furgoni, ci mancano solo le bici contromano. Anche perché finirà che i ciclisti si sentiranno autorizzati a girare sotto il portico, come molti fanno già».
Luca Orsi, Il Resto del Carlino 23 marzo 2021
Lapini: «Sono veicolo per trainare il Paese. Se ci adeguassimo al valore europeo ( 60%) di occupazione
femminile, avremmo un incremento dell’l,5% di PIL