Arancione o rosso, il colore della pandemia non ferma i commercianti, che vanno avanti con il ricorso contro le chiusure
Dopo il ricorso al Tar del Lazio del Comitato tutela ristoranti Bologna, respinto la scorsa settimana e ora appellato davanti al Consiglio di Stato, tocca ai ristoratori dell’associazione Fipe, aderenti ad Ascom Bologna, portare in aula il loro ricorso contro le restrizioni stabilite dai Dpcm anti-Covid. Il Tribunale, fa infatti sapere Confcommercio, «ha fissato per venerdì 12 marzo l’udienza per discutere il ricorso presentato dall’associazione dei ristoratori Fipe, che hanno deciso di intraprendere le vie legali per sovvertire le decisioni imposte con i Dpcm».
Il ricorso, portato avanti con gli avvocati Nicola Neri Bernardi e Raffaele Merangolo, nasce «dalla volontà dei titolari dei locali di veder rispettato il diritto al lavoro costituzionalmente riconosciuto, sia con risarcimenti adeguati per le restrizioni imposte dal Dpcm, sia con la cancellazione dei Dpcm stessi, in modo da poter riaprire le loro attività».
Fiducioso il presidente di Fipe, Vincenzo Vottero, che da un lato osserva come «l’azione legale, partita solo poche settimane fa, stia andando avanti in maniera spedita», e dall’altro afferma che «questo è un segnale importante», auspicando che «altrettanto celermente si possa arrivare a un sentenza che riveda le restrizioni imposte dai Dpcm e ci permetta di tornare a lavorare in piena sicurezza».
Il Resto del Carlino, 3 marzo 2021
Il presidente di Confcommercio all’evento ‘Imprendigreen’