Gli esperti in tv come al bar. Michele Brambilla
Altro che chiusi: i bar sono aperti 24 ore al giorno. Basta accendere la tv, o aprire un giornale, e non parliamo dei social: c’è sempre qualcuno pronto a pontificare su tutto, a spiegare come vanno i contagi, a prevedere come si svilupperanno e soprattutto a offrire la sua infallibile soluzione. In tv si parla della pandemia come al bar s’è sempre parlato di calcio: sono tutti commissari tecnici.
E passi. Il problema è che di pandemia parlano come si parla al bar anche coloro che dovrebbero essere davvero commissari tecnici. Cioè i virologi, i biologi, gli epidemiologici, i consulenti del ministero e così via, tutti in una corale supercazzola a reti unificate. Adesso pare che la misura sia colma e qualcuno si accorge che ci vorrebbe, soprattutto da parte degli uomini di scienza, un po’ più di prudenza. Il casus belli è la storia della chiusura in zona Cesarini degli impianti sciistici. Il professor Walter Ricciardi, uno degli eperti del governo, l’ha sponsorizzata a gran voce venerdì sera a una trasmissione su Rai Tre e poi ripetuta a vari organi di informazione il giorno seguente, e quindi ancora auspicata, invocata e implorata per tutta la giornata di domenica. Fino a che, all’ora di cena della domenica stessa, il ministro Speranza ha accolto la proposta ordinando la chiusura. O meglio la non-riapertura, visto che gli impianti per lo sci erano già chiusi: tutti gli operatori del settore attendevano però l’annunciata riapertura e si erano organizzati raccogliendo prenotazioni e investendo quattrini.
Invece puf, all’ultimo respiro è arrivato il contrordine. Sarà anche vero che c’è un rischio di ripresa dei contagi, ma è questo il modo di comunicare? Il professor Ricciardi non avrebbe dovuto passare per le vie istituzionali, ministero e governo? Invece s’è fatto tutto prima a mezzo tv, come a mezzo tv lo stesso Ricciardi ha buttato lì l’ipotesi di un nuovo lockdown totale in tutta Italia, stile marzo dell’anno scorso. Motivo: le varianti preoccupano. Sarà senz’altro vero anche questo. Ma andate a riascoltare che cosa dicevano fino all’autunno scorso i virologi in servizio televisivo permanente: il virus non è mutato, assicuravano. Invece ora dicono che è mutato da mesi. Nessuno pretende l’infallibilità dalla scienza: ma un po’ di umiltà dagli scienziati.
Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, ha chiesto “una moratoria di dichiarazioni a mezzo stampa“. E Mario Draghi ha appena chiesto ai suoi ministri sobrietà nella comunicazione. Hanno ragione tutti e due. Tanto più se è vero che siamo in guerra. Quando le guerre erano una cosa seria, tacere bisognava e andare avanti.
Qn, Il Resto del Carlino 16 febbraio 2021

«Ora lavoriamo con Ascom».Giancarlo Tonelli, direttore di Ascom, ha detto che «bisogna trovare insieme nuove modalità per intervenire con progetti sociali