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Feste ed eventi, i ‘dimenticati’ della crisi

Ricevimenti, meeting aziendali, eventi culturali decimati dal virus. Tonelli (Ascom): «Vanno create le condizioni per il rilancio»

Se la pandemia ha colpito l’intera economia nazionale, alcuni settori hanno finito per pagare un prezzo più salato di altri. E, nonostante questo, sono finiti per passare in secondo piano. È il caso del comparto dell’organizzazione di feste ed eventi: un mondo di lavoratori, imprese e agenzie di comunicazione decimato dal Covid, raggiunto solo in minima parte dai decantati ristori e ora alle prese con una ripartenza tutta in salita. Matrimoni, congressi, feste di qualsiasi tipo – dai compleanni alle celebrazioni religiose –, fino a meeting ed eventi aziendali: un ‘mare magnum’ di appuntamenti finito del limbo. Ad alzare l’attenzione sul comparto e a raccogliere le richieste degli operatori è in modo particolare Confcommercio Ascom, preoccupata per il futuro delle aziende e sempre attenta ai bolognesi in difficoltà, più che mai bisognosi di aiuto. «Quello legato all’organizzazione degli eventi è un comparto in fortissima difficoltà, passato un po’ in sordina rispetto ad altri settori colpiti allo stesso modo dal virus – sottolinea Giancarlo Tonelli, direttore di Confcommercio Ascom –. Se infatti ristoranti, bar e altri locali sono tra gli ambienti lavorativi più colpiti, il settore in questione non è da meno. Se ne parla poco perché ovviamente manca quella frequentazione quotidiana che può avere una pizzeria, ma non per questo bisogna lasciarlo nel dimenticatoio: parliamo di cali che, nella migliore delle ipotesi, si attestano intorno al 30 o 40 percento. E che, in alcune circostanze, toccano picchi anche del 70-80%». Il settore è molto variegato, e al suo interno sono presenti mille sfaccettature: dagli incontri culturali – che hanno avuto parziale respiro con l’estate e le prime settimane d’autunno 2020, prima del lungo ritorno in zona arancione – alle serate di gala, dai bar dei teatri e dei musei alle feste ‘corporate’ nei grandi gruppi aziendali fino alle sagre. C’è chi ha pagato più di altri, ma la richiesta che si alza dal coro di voci resta una sola: aiuto. «Quello che come Confcommercio Ascom ci preme è poter lanciare un appello – continua Tonelli –: non bastano le promesse e le agevolazioni, che possono diventare fini a se stesse. Occorre ricreare le condizioni per rimettere in moto quel circuito che ha subìto uno stop pesante. Gli investitori e gli stakeholders hanno paura, quindi è fondamentale ridare vita a un clima di fiducia ben strutturato, che possa permettere all’intera macchina di ripartire». Non sarà facile, anche perché quello dell’organizzazione degli eventi è un mondo che vede tempistiche fortemente dilatate, soprattutto per quanto riguarda i pagamenti. Secondo Tonelli, dunque, ci vuole «una programmazione chiara che guardi al futuro, senza lasciar indietro nessuno». «Un circuito», come lo definisce, che ha estremamente bisogno di rialzare la testa. 

Francesco Moroni, Il Resto del Carlino 14 febbraio 2021
Nella foto Giancarlo Tonelli

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