Intervista a Stefano Tedeschi Il Diana, Massimo Montanari La Cesarina, Riccardo Vastola Ragù e Ruggine
«Vediamo tanta voglia di uscire: dobbiamo poter lavorare a pieno ritmo»
«Non sono i ristoranti accendono i contagi: bisogna permettere alla categoria di lavorare anche la sera». Stefano Tedeschi, alla guida del ristorante Diana, traccia un bilancio della ripresa dopo il ritorno in zona gialla, con la convinzione che i locali siano assolutamente sicuri. Chiedete a gran voce di restare aperti dopo le 18. «Con tutta l’attenzione per le indicazioni, ovviamente, e anche con controlli serrati verso i furbetti, ma sarebbe sicuramente la strada migliore». E’ il momento di non sacrificare più il settore della ristorazione, secondo voi. «Qualcosa che avviene da troppo tempo. Vediamo spessissimo persone ammassate, tanti non hanno capito come bisogna comportarsi». Scene che non avvengono nei locali? «Dai supermercati ai bus: i pericoli sono ovunque, l’importante è seguire le norme. Se vogliamo risolvere la situazione, dobbiamo uscire da questo stato di miopia». In questi primi giorni com’è andata? «C’è ancora poca gente ma già ieri c’è stato un notevole aumento e vediamo tanta voglia di uscire». Vi siete adattati a tutte le indicazioni: è pesante? «Lo abbiamo sempre fatto. Non va più bene un metro? Faremo un metro e mezzo, e così via. Chiediamo di tornare a lavorare a pieno ritmo, è questa la priorità».
«L’errore è stato trattare bar e ristoranti allo stesso modo Siamo diversi»
«La richiesta è importante e merita attenzione: siamo disperati». Massimo Montanari, alla guida del ristorante Cesarina di via Santo Stefano, rinnova la richiesta di ascolto: «Siamo chiusi da 190 giorni, è il momento di fare qualcosa». Si sono rivisti i primi clienti, ma la situazione resta difficile e c’è la necessità di fare chiarezza sul futuro. Qual è stato l’errore secondo lei? «Mettere sullo stesso piano bar e ristoranti. Ovviamente non sto accusando, ma vedo parecchie contraddizioni: i bar sono una cosa, i ristoranti un’altra». Si spieghi meglio. «Assistiamo ad assembramenti soprattutto ai banconi dei bar. Ai tavoli regnano distanziamento e rispetto delle norme, quindi è indispensabile avere distinguere tra le varie tipologie di attività». E ora? «Non permetterci di aprire di sera significa intervenire sulle imprese, perché il settore è davvero in crisi. Oggi i ristoranti di livello medio non possono andare avanti soltanto con la pausa pranzo: il danno è stato troppo grande». Quante perdite? «Poter lavorare a cena significa recuperare anche fino al 60% di fatturato. Un passo avanti…». Una svolta notevole. «Non ci troviamo più nei primi mesi di grande emergenza: c’è stato il tempo di calibrare le giuste misure e adesso serve una svolta».
«A tavola oltre le 18? Una differenza enorme»
«Ovviamente farebbe tutta la differenza del mondo poter restare aperti anche a cena, ma ci sarebbero da fare ulteriori bilanci». Riccardo Vastola, titolare del ristorante Ragu in via Goito e di Ruggine, in vicolo Alemagna (locale a due passi da piazza Santo Stefano, da sempre frequentatissimo dai giovani) guarda all’attuale situazione criticando soprattutto la mancanza di chiarezza, con l’auspicio che possa diventare realtà lavorare anche oltre e 18. Vastola, ci dica di più. «Il quadro è molto caotico: nonostante nei nostri locali la situazione attuale non sia così negativa, vedo tanta confusione». Secondo lei, per una riapertura serale delle attività, cosa servirebbe davvero? «Io vedo negozi di quartiere che, anche in maniera parzialmente comprensibile, a volte sforano con gli orari. Quindi forse o non è passato il giusto messaggio, o non è stato messo in campo un sistema adeguato di controlli». Bisogna permettere alle attività di lavorare, quindi, aumentando i presidi? «Ci sono tanti che hanno difficoltà a rispettare le regole, e questo è il male più grande. E non sto parlando dei commercianti. E’ chiaro che chi ha necessità di lavorare e si è adattato da tempo alle norme, deve essere messo nella situazione di ripartire». Il problema è fuori dai locali? «Sicuramente, bisogna sanzionare chi sosta fuori in strada e non rispetta le regole». Un problema che è aumentato negli ultimi giorni. «Non bisogna dare spazio a quel circolo brutto e vizioso a cui abbiamo già assistito: aumentare i controlli, stando attenti a chi sgarra».
Francesco Moroni, Il Resto del Carlino 7 febbraio 2021
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