Quando ci saranno restrizioni il camioncino ‘Vagabo’ sfornerà tortellini e tagliatelle in zona ospedale Maggiore
Un tempo i camioncini itineranti vendevano hot-dog e patatine. Ma non il food truck ‘VagaBo’. Dalla cucina mobile si leva il profumo di casa. Di lasagne e tortellini. Di ragù e brodo. Dei sapori dell’Osteria dell’Orsa, insomma. L’idea, in questi tempi difficilissimi per i ristoratori, è venuta ai sette soci dello storico locale di via Mentana. «I nostri locali devono restare chiusi ancora fino a lunedì – racconta Fabio Rodda –, allora abbiamo pensato: abbiamo questo furgoncino, acquistato e sistemato qualche tempo fa per partecipare a eventi e fiere. Perché non reinventarlo?
Ci sono tante persone costrette per lavoro a pranzare fuori casa: abbiamo deciso di dedicare loro questo esperimento mobile, scegliendo via Nanni Costa, di fronte all’opificio Golinelli, a due passi dalla via Emilia, perché qui c’è grande movimento, rispetto al centro che, tra affitta-camere sfitti e studenti fuori sede tornati a casa, ormai è del tutto svuotato». Un’idea che da lunedì scorso è diventata azione e che sta funzionando.
E che è pronta a essere riattivata qualora l’Emilia-Romagna, nelle prossime settimane, dovesse nuovamente essere inserita in zona arancione, con conseguente stop al servizio al tavolo per bar e ristoranti. «Siamo noi sette soci ad occuparci di VagaBo – continua Rodda –, un impegno a ‘costo zero’ con cui paghiamo le spese, non guadagnamo nulla per noi da mesi. Purtroppo, a causa della crisi da Covid e della sua gestione, non esattamente lungimirante, siamo passati da 68 a 48 dipendenti e ora sono tutti in cassa integrazione, percependo, malgrado le promesse fatte dal Governo, la metà dello stipendio. La possibilità dell’asporto all’Orsa in via Mentana, per noi non funzionava: le tagliatelle e la nostra pasta fatta in casa non sono prodotti che si addicono al delivery. Per questo abbiamo deciso di spostarci dal centro, prediligendo una zona dove ci sono tante attività e uffici. Qui chi vuole si prende un piatto di tortellini, caldo fumante, e lo porta in ufficio ancora perfetto. O lo mangia per strada o in auto, come ho visto fare persino sotto al parcheggio VIII Agosto».
Un’alternativa, aspettando di poter tornare, finalmente, a ‘casa’. «La situazione vissuta in questi mesi è stata devastante – dice ancora Rodda –. I contributi che ci sono arrivati per tutto il 2020 sono meno delle tredicesime e degli stipendi che abbiamo pagato solo a dicembre». Malgrado questo, lo staff dell’Orsa non condivide l’iniziativa ‘Io Apro’: «Ne capiamo i motivi alla base – conclude il ristoratore –, ma crediamo non sia efficace. Speriamo invece che le mozioni presentate da Confesercenti per la categoria vengano accolte. Come dimostrato dai dati, a ristoranti aperti i contagi non aumentano, perché seguiamo tutte le regole al millimetro. Anzi, al metro».
Nicoletta Tempera, Il Resto del Carlino 29 gennaio 2021
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