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Muore nel bar dove Igor ha ucciso suo figlio

Franco Fabbri, 88 anni, stroncato da un improvviso malore nel locale della Riccardina teatro del primo omicidio del killer Norbert Feher

Si è spento all’improvviso. Nel bar della Riccardina, dove aveva lavorato per una vita, tramandando il mestiere a suo figlio Davide, che proprio nel retrobottega del bar Gallo aveva trovato la morte, per mano di Norbert Feher, alias Igor il russo. Quasi quattro anni sono passati da quell’efferato omicidio – era il primo aprile del 2017 – e ieri, nel primo pomeriggio, un malore improvviso si è portato via anche Franco Fabbri. Aveva 88 e dal 1960 gestiva il locale della Riccardina, reso famoso da quella assurda tragedia che aveva spezzato la placida tranquillità di Budrio e della Bassa, facendo sprofondare gli abitanti nel terrore di un killer invisibile e inafferrabile.

Ieri Franco Fabbri se ne è andato in silenzio, portandosi nel cuore il dolore che solo i genitori sopravvissuti ai figli provano. Aveva appena pranzato e si trovava al bar, che è collegato alla sua abitazione da una scala interna, assieme alla nuora, Maria Sirica, e alla sorella di lei, Lucia. Aveva chiesto di salire al piano di sopra, per fare un riposino, e Lucia lo stava accompagnando, quando all’improvviso si è accasciato. «Faccio l’infermiera, ho capito subito cosa stesse accadendo – racconta la donna –. Franco era cardiopatico. Abbiamo subito chiamato il 118, hanno tentato di rianimarlo… Ma non c’è stato purtroppo niente da fare: era arrivato il suo momento». Un lutto che ha straziato Maria, la vedova di Davide, per cui Franco era diventato un secondo padre. Insieme, dopo la morte di Davide, Franco e Maria avevano portato avanti il bar Gallo, resistendo all’assalto mediatico di quei giorni difficili con concretezza e umanità. Si erano fatti forza a vicenda, sostenuti anche dagli amici di Davide, che mai li hanno abbandonati.

E adesso questa eredità importante, di lavoro e sentimenti, è tutta sulle spalle di questa donna, allo stesso tempo fragile e forte. «Questo lutto ci colpisce molto, Franco era un imprenditore con una forza d’animo incredibile. Una forza d’animo che ha dimostrato nei lunghissimi anni di attività, ma soprattutto dopo la morte, tanto violenta, del figlio Davide», racconta il direttore di Ascom Giancarlo Tonelli, stringendosi al dolore di Maria e dei suoi cari. «La famiglia Fabbri la conosciamo bene – continua Tonelli –: sono nostri associati da moltissimi anni e la tragedia di Davide ci ha avvicinati ancora di più. Il bar della Riccardina era la vita di Franco, un’attività che ha portato avanti con orgoglio e dedizione fino all’ultimo giorno».

Franco Fabbri era socio dal febbraio del 1960 dell’associazione dei commercianti. Un legame tanto stretto, dimostrato anche dalla scelta dell’avvocato che in questi anni ha rappresentato la famiglia Fabbri nei processi contro Igor: ossia Giorgio Bacchelli che è anche legale di fiducia di Ascom. «Aveva iniziato come bar tabacchi e drogheria, con distributore di benzina e di bombole di gas – ricostruisce Massimo Tagliani dell’Ascom di Budrio –. Una di quelle attività storiche dove si trovava un po’ di tutto. Nel 2010 avevano premiato Franco per i 50 anni di attività, avremmo voluto rivederci nel 2020, per i 60, ma la pandemia lo ha impedito. Ho appreso la notizia con grande dolore».

Nicoletta Tempera, Il Resto del Carlino 21 gennaio 2021

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