Intervista a Stefano D’Onofri (Ruggine). «Demonizzare la nostra categoria è insensato. Ma le regole vanno seguite, chi apre per protesta è un irresponsabile»
Stefano D’Onofri, 33 anni, da sei è uno dei soci del ‘Ruggine’, cocktail bar con cucina in vicolo Alemagna, in pieno centro, nonostante lo sconforto resta ligio alle regole. Il governo sta pensando di firmare l’asporto per i bar dalle 18. Una giusta misura anti-movida? «La nostra situazione è disastrosa. Più che fermare molti per quelle tre o quattro persone che fanno l’aperitivo per strada pensino a capire da dove arrivano i contagi. Noi eravamo in regola, come la maggior parte. Poi, certo qualcuno ne avrà anche approfittato, non siamo dei santi. Ma non si può penalizzare solo una categoria». Molte imprese sono a rischio chiusura? «Noi lavoriamo da sei anni, abbiamo cercato di sistemarci. Ma se va avanti così, comunque, dovremo fare tagli importanti. Il rito dell’aperitivo è scomparso. E chissà quando tornerà e se tornerà come prima. Noi forse reggeremo, ma chi ha aperto da poco, come farà?». L’asporto funziona? «Poco, è uno specchietto per le allodole. Noi al ‘Ruggine’ non lo facciamo. Ma ci arrangiamo con ‘Ragù’ in via Goito, dove facciamo take away e consegne a domicilio. Puntiamo sulla pasta fresca, i piatti tradizionali». Le perdite sono alte? «Se consideriamo entrambi i locali, siamo sul 50 per cento. Se prendiamo a esempio solo i conti del ‘Ruggine’ arriviamo anche a -60 per cento. Almeno finché eravamo gialli, qualcosina si faceva. Dopo le 18 con l’asporto poca roba, ma aiutava comunque. Bloccare anche questo è un po’ come usare la mannaia». Che cosa si aspetta per il futuro? «Temiamo di dover fare tagli. Già i nostri dipendenti sono passati da quindici a dieci: qualcuno non abbiamo potuto rinnovarlo, altri se ne sono andati per cambiare lavoro. Hanno mollato. Come non capirli? Perché anche la cassa integrazione arriva a singhiozzo: noi aspettiamo ancora il Fis, il fondo integrativo salariale, di ottobre, novembre e dicembre». E gli aiuti? «Sono quisquilie».
Rosalba Carbutti, Il Resto del Carlino 12 gennaio 2021
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