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«Siamo pronti, adesso non fermateci più»

In Emilia Romagna i gestori degli impianti da sci e degli hotel sperano nel 18 gennaio. E sui ristori arrivano buone notizie da Roma

Gli operatori ci sperano. È l’ultima chiamata per salvare in parte la stagione: la riapertura degli impianti sciistici il 18 gennaio, ufficializzata nei giorni scorsi dal Governo. E insieme alla ripresa dell’attività, con l’afflusso dei turisti, gli operatori sperano anche in congrui ristori per far fronte sia alla forte perdita di fatturato che agli impegni di spesa e agli investimenti già messi in atto. Sotto questo profilo, una buona notizia arriva da Roma. «All’interno del prossimo Decreto Ristori, potrebbero rientrare alcuni interventi di ristoro specifici, che tengano proprio conto della particolarità del settore e del ruolo strategico che riveste anche per il turismo invernale e sportivo». Lo ha scritto su Facebook il viceministro all’Economia, Laura Castelli. «Questa mattina (ieri n.d.r.) assieme ad Antonio Misiani abbiamo incontrato alcuni rappresentanti del settore sciistico, dagli impianti di risalita agli insegnanti di Sci, dalle scuole ad una parte importante dell’indotto. Ci siamo confrontati su come sostenere il settore, per delineare il miglior approccio utile a definire subito un sostegno concreto». Dal Cimone al Corno alle Scale a Cerreto, gli operatori sono pronti.

E l’appello arriva anche dalle piste da sci della Campigna, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi: «Da tanti anni non vedevamo tanta neve – commenta Manuel Tassinari, istruttore e albergatore – ed è un peccato che gli appassionati non possano goderne. Certo, la salute viene prima di tutto, ma non nascondo che la botta per noi gestori di impianti sciistici e di hotel si sta facendo sentire. Il rischio è perdere il 40% del fatturato. Servono certezze: vogliamo sapere quando potremo davvero riaprire e con quali regole». 

Bologna, Il Resto del Carlino 5 gennaio 2021

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