Postacchini, presidente di Ascom, boccia l’ipotesi di zona rossa o arancione nei weekend e nei festivi: «Il governo ci lasci lavorare»
Quale Natale per il commercio? Il governo pensa a un lockdown nei fine settimana e nei giorni di festa per evitare gli assembramenti, con intuibili conseguenze per i commercianti. Enrico Postacchini, presidente di Confcommercio Ascom Bologna ed Emilia Romagna, è netto.
Presidente Postacchini, come si è arrivati a riconsiderare la zona rossa o arancione nei weekend? Cittadini indisciplinati o aperture affrettate?
«Premetto che questa discussione al momento nasce e verte su ipotesi. Certo se, come si dice, il governo ricorresse alla zona rossa nei weekend, penso verrebbe messa molto in discussione la credibilità dell’esecutivo». Sta dicendo che la responsabilità è delle istituzioni? «Sto dicendo che non possiamo ripensare una linea solo perché altri Paesi, come la Germania, stanno agendo in modo diverso. Bisogna andare a fondo nelle cose e al riguardo è lampante come la Stato teutonico abbia scelto di ricorrere al lockdown perché può permetterselo. Perché, nel frattempo, ha garantito ristori commisurati per le parti penalizzate da questa scelta».
In Italia non è così? «Assolutamente no. Non ci sono i presupposti che diano garanzie sul fatto che a una chiusura anche parziale, riferita al weekend, seguano i ristori per le perdite dei commercianti. La nostra economia non può permettersi di lavorare a singhiozzo. Quante volte ci siamo detti che dovremo convivere col virus? Le istituzioni, se dovessero chiudere tutto sotto Natale, dimostrerebbero debolezza e mancanza di programmazione».
Le Ipotesi al momento non farebbero distinzioni fra grandi città e piccoli paesi. Pensa che gli stessi assembramenti visti in via Indipendenza possano essere paragonati a quelli dei piccoli centri abitati?
«È ovvio che no. Gli assembramenti che ci sono stati sono dovuti a persone che dopo giorni di pioggia, settimane in zona arancione, un ben pubblicizzato cashback, nonché le limitatissime opportunità di svago, hanno deciso di fare una passeggiata all’aperto. All’aperto. Niente code per entrare nei negozi, nessun assembramento salvo casi particolari dentro gli esercizi. Questo in centro storico, figuriamoci nei piccoli comuni».
A Bologna il sindaco Merola ha ipotizzato anche di limitare gli accessi al T-Days. Lei cosa ne pensa? «Non ho idea di come si potrebbero contingentare gli accessi al centro nei fine settimana. Voglio dire, è palese che una chiusura sia deleteria economicamente. Quindi servono controlli, ma controlli che abbiano un senso. Come si intenderebbe controllare gli accessi al T-Days? Vi immaginate la coda che si creerebbe ai varchi, nell’attesa del proprio turno per entrare? Servono linee guida sicure e chiare. Ma queste non possono arrivare dal Comune, devono arrivare dal Governo».
Quale danno si rischia con una zona rossa nei weekend? «Se alle chiusure seguisse la garanzia di commisurati ristori, penso che nessuno avrebbe problemi a fare questo sacrificio. Ma dal momento che così non sarebbe, è necessario che il Governo continui a garantire ai commercianti di poter lavorare. In sicurezza, ma per fare questo servono i controlli. Questo ce lo possiamo permettere con chiarezza e organizzazione. Di chiudere no».
Francesco Zuppiroli, Il Resto del Carlino 16 dicembre 2020
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