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Intervista a Enrico Postacchini: «I regali caleranno del 18 per cento»

Serrande giù nei weekend. L’ira dei centri commerciali. Alba Ballanti: «L’area è una strada con i portici, come in centro, però le regole sono diverse»

Roma, Enrico Postacchini «La spesa complessiva per i regali di Natale, secondo le nostre ultime rilevazioni, calerà del 18%, passando dai quasi 9 miliardi di euro del 2019 a 7,3 – avvisa Enrico Postacchini, responsabile commercio e città di Confcommercio –. In più, molte imprese ancora sono chiuse per l’emergenza Covid e molte altre, a cominciare dai centri commerciali, irragionevolmente devono osservare misure di chiusura nei weekend. Questi lockdown parziali aggravano una situazione già disastrosa».

Perché ritenere ingiustificate queste chiusure? «I nostri imprenditori hanno bisogno di certezze e i consumatori devono avere la possibilità di comprare, anche i regali di Natale, in tutte le tipologie distributive. Il nostro modello è una ricchezza, in questa fase nessun segmento deve essere penalizzato. Le misure imposte dall’ultimo Dpcm però ignorano la drammaticità della situazione. Così Confcommercio, con le altre sigle, ha sottoscritto l’appello pubblicato su numerosi quotidiani».

Dunque, non si spiegano le discriminazioni? «No. Gli imprenditori dei centri commerciali, al pari dei colleghi che operano nei negozi delle vie cittadine, hanno investito risorse e impegno per rispettare gli standard di sicurezza previsti dalle normative. In questa fase tutto il commercio continua, senza grandi distinzioni, a soffrire».

Chiedete che il governo faccia un passo indietro? «Sì, queste norme devono cambiare per permettere ai 40mila negozi, piccoli, medi, grandi, senza distinzione, presenti in 1.300 centri commerciali, di accogliere le persone che vogliono fare acquisti in sicurezza».

Claudia Marin, Qn- Il Resto del Carlino 10 dicembre 2020

MeravilleAlba Ballanti, Fini Sport e Made in Sport

Chiusi anche all’aperto. Sarà un Natale senza weekend per i centri commerciali come il Parco Meraville, nonostante una conformazione riconducibile quasi a una via Indipendenza. Come ci porta ad esempio Alba Ballanti, titolare di Fini Sport in centro storico e dei ‘cugini’ di Made in Sport al Meraville. «Il centro commerciale in cui si trova Made in Sport è completamente all’aperto e i negozi in successione è come se si trovassero in centro», spiega la Ballanti.

Anche le misure di sicurezza sono le stesse? «Identiche. Abbiamo un addetto alla sicurezza per il contingentamento degli ingressi, la misurazione della temperatura. I clienti camminano sotto il portico e entrano in negozio. Non capisco la differenza con il portico di via Indipendenza. Allora perché qui sì e lì no?».

Dunque è stato applicato un principio troppo generalizzante? «Sì. Capisco le restrizioni per i grandi centri commerciali al chiuso, ma nel caso del nostro negozio no. A ridosso delle festività così si rischia di stare più tempo chiusi che altro. Togliere il weekend in questo periodo è come annullare un negozio. Dicembre così non esiste più per noi».

La clientela come la prende? «E’ confusa. Molti chiamano direttamente i commessi per capire se e quando cambierà qualcosa».

f. z., Il Resto del Carlino, 10 dicembre 2020

Enrico Postacchini presidente Confcommercio Ascom Bologna

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