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La libreria Trame fa 15 anni ora vuol dare i frutti

Per fare un libro ci vuole un albero. E per festeggiare i 15 anni di attività una libreria indipendente come Trame, in via Goito a Bologna, gli alberi li pianta

O meglio, invita i suoi affezionati clienti a partecipare alla costruzione di un frutteto presso l’associazione culturale Baba Jaga, gestita da Chiara Tabaroni e Bruno Fronteddu a Cà Colmello, frazione di Sassoleone. «Avremmo voluto fare una grande festa danzante ma non si può – spiega Nicoletta Maldini che accoglie i clienti in libreria –. E visto che il 3 dicembre, data del nostro compleanno, è anche la Festa degli alberi, abbiamo deciso di sposare le due cose».

Il plurale è d’obbligo perché dietro a Trame, oltre alla “Nico”, ci sono Orsola Mattioli e Anna Vezzoli, le due socie che sono nelle retrovie. «Siamo partite tre lustri fa in una città molto movimentata – continua Nico -. Adesso sono solo io in libreria perché dal nostro lavoro ne esce uno stipendio e non di più, ma Orsola e Anna mi danno una gran mano per diversi progetti. Siamo felici perché non era un risultato scontato».

Nei festeggiamenti rientra anche una speciale edizione della rassegna “Paesaggi di poesia” che manderà online sei video a cura di Sergio Rotino, Lorenzo Mari e Luciano Mazziotta, ma è soprattutto un’azione a lungo termine e simbolica come la piantumazione di nuovi alberi a segnare il passo della libreria. Chi vuole aderire all’iniziativa potrà donare oggi un albero al frutteto e partecipare un domani, si spera in primavera, a nuove fioriture. Per farlo occorre scrivere una mail a info@babajaga.it, scegliere la specie che più si preferisce tra quelle disponibili (ciliegio, albicocco, pesco, prugno, melograno, melo, caco, mandorlo), dare un nome all’albero (magari il proprio o quello di un familiare) e contribuire con 20 euro.

«Trame fin dall’inizio è stata in ascolto e ha lavorato con molte associazioni culturali, teatri, cinema – riprende la libraia -. Con questa operazione raccontiamo un altro progetto reso fragile dagli eventi: affidarsi a delle piante che crescono ci sembrava il gesto più reattivo possibile. Questa cosa ci insegna una pazienza nuova, perché il frutteto piantato ora lo vedremo appieno fra un altro lustro, anche se già in primavera andremo tutti insieme ad assistere al suo sviluppo. È un progetto che ci insegna ad accogliere il cambiamento, ci aiuta ad imparare ad aspettare».

Un’azione perfettamente in linea con le restrizioni dovute al Covid. «Siamo partite di corsa, ci siamo dovute arrendere ad una crisi come quella del 2008 che ci ha dato molta ansia, ne siamo uscite e siamo finite dentro una pandemia – chiosa Nicoletta -. Stiamo capendo che possiamo mettercela tutta, ma alcune cose non dipendono da noi. Però possiamo metterci in ascolto, accogliere una lentezza e una pacatezza da riempire con contenuti di qualità, anche nel momento più pazzesco delle nostre vite».

Paola Naldi, la Repubblica 1 dicembre 2020

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