Ministri e decisori si affannano a ripetere che non hanno chiuso teatri, cinema e ristoranti per sfiducia nei loro sistemi di sanificazione e distanziamento, ma — cito dal video di Franceschini (uno dei migliori) — «per ridurre la mobilità delle persone».
Quindi non hanno paura che ci si contagi mangiando la pizza o guardando Shakespeare, ma mentre ci si muove per raggiungere i luoghi della pizza ed i Shakespeare. Ci lasciano ancora uscire di casa solo per arrivare a scuola o in ufficio, ma ci vietano tutti gli spostamenti che hanno un risvolto voluttuario. Il problema è che ci si contagia molto di più andando a scuola e in ufficio che non al ristorante e a teatro, e questo perché la sera ci si sposta con i mezzi propri, mentre di giorno si prendono in prevalenza quelli pubblici, che sono congestionati. E lo sono, come non ci stanchiamo di ripetere, perché a tempo debito non vennero potenziati da chi aveva il dovere di farlo.
Ma si sa come funziona la mano pubblica da queste parti: esosa nel pretendere il rispetto delle regole da parte dei privati e nel perseguirli, specie se sono deboli, ma estremamente lassista quando si tratta di pagare i suoi debiti e offrire servizi all’altezza di una nazione civile.
Politici e amministratori hanno passato i mesi caldi a farci la predica, mentre loro vivevano alla giornata e discettavano di banchi a rotelle. E adesso ci rinchiudono tutti in casa per manifesta incapacità di lasciarci uscire in modo decente.
Massimo Gramellini, Il Caffè – Corriere della Sera, 31 ottobre 2020
Comune e commercianti insieme per l’area nel cuore del centro: «Valorizziamo i negozi storici e favoriamo l’insediamento di nuove realtà»