Il distretto della moda di Funo si rivolge al Consiglio di Stato per fermare l’ampliamento del vicino impianto per rifiuti speciali non pericolosi
La montagna di rifiuti di Castel Maggiore, arrivata a quasi 23 metri di altezza, potrebbe, dopo la richiesta di ampliamento, crescere fino a 30 e così il distretto della moda Centergross, che dista pochi metri dall’impianto di spazzatura speciale non pericolosa, ha presentato un ricorso per bloccarne l’aumento al Consiglio di Stato. Gli operatori della moda sono stanchi degli odori e dell’impatto visivo negativo che la collina ha sui loro affari e sull’immagine del distretto.
La discarica è gestita da Asa, controllata da Herambiente, e pur essendo nel Comune di Castel Maggiore, è nelle vicinanze del Centergross, che invece si trova a Funo di Argelato. Il presidente del distretto della moda Piero Scandellari punta l’indice sull’ennesimo ampliamento: «Il territorio ospita questa discarica da oltre 20 anni, ma la sua attività sarebbe dovuta cessare già nel 2013.
Di proroga in proroga e di ampliamento in ampliamento, siamo arrivati al 2019 quando, dopo la nostra ennesima protesta, il sindaco di Castel Maggiore Belinda Gottardi e il presidente di Asa parteciparono a un consiglio del Centergross davanti a oltre 20 soci. La promessa da parte dell’amministrazione di Castel Maggiore fu che nel 2019 sarebbe cessata l’attività dell’impianto. Invece ci ritroviamo di fronte all’ennesima richiesta di ampliamento». Scandellari, attraverso i legali di fiducia, ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato. «Vogliamo impedire l’ennesimo ampliamento e i disagi che comporterebbe – spiega –. Siamo seriamente preoccupati per le conseguenze sul piano sanitario e ambientale di un aumento dell’impianto.
Fra l’altro l’ampliamento non servirebbe a soddisfare un interesse pubblico, dal momento che lo smaltimento regionale dei rifiuti speciali è in calo dell’1,3 per cento. Inoltre emerge l’impossibilità di verificare come un aumento dello stoccaggio negli anni, ben oltre l’originario livello del suolo, abbia influito sulla tenuta della struttura realizzata 20 anni fa. Al Consiglio di Stato, oltre a presentare un ricorso, abbiamo chiesto un parere urgente».
Nel 2017 il Centergross, che copre un’area di un milione di metri quadrati e occupa 6mila lavoratori, promosse una raccolta firme contro la discarica toccando quota 1.500 adesioni. Scandellari sottolinea che «ormai l’impianto di Castel Maggiore è noto come ‘la discarica mille proroghe’. Pensiamo che il territorio abbia già dato in termini di spazzatura. I nostro soci si lamentano per questa presenza ingombrante che ci danneggia da anni e soprattutto in questo momento difficile per tutte le attività economiche»
Matteo Radogna, Il Resto del Carlino 29 ottobre 2020
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