Il nuovo Dpcm impone di esporre un cartello che indichi in quanti possano entrare contemporaneamente all’interno dell’attività
Nell’ultimo DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI del 24 ottobre 2020, pubblicato domenica scorsa 25.10.2020 nella G.U., all’art. 5 è precisato che “È fatto obbligo nei locali pubblici e aperti al pubblico, nonché in tutti gli esercizi commerciali di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti.”
La disposizione non ha carattere di novità, ma era già presente nei precedenti provvedimenti legislativi intervenuti per regolamentare l’emergenza sanitaria.
Si raccomanda quindi di mantenere sempre un aggiornamento costante su tale legislazione attingendo non solo alle circolari che Fimaa periodicamente trasmette, ma anche consultando il sito del Governo nella sezione FAQ in modo da avere risposta ai principali dubbi interpretativi.
L’obbligo di esporre all’ingresso dei locali commerciali un cartello con indicante il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente all’interno del locale medesimo si pone nell’ambito delle regole che concernono il rispetto del distanziamento sociale e che sono riassunte nella FAQ attualmente presente nel sito del Governo che di seguito trascriviamo:
Quali sono le regole a cui devono attenersi i commercianti e i gestori degli esercizi commerciali che sono aperti?
Le regole sono indicate all’allegato 11 del Dpcm 11 giugno 2020. Fra queste vi è il mantenimento, in tutte le attività, del distanziamento sociale e la pulizia e l’igiene ambientale almeno due volte al giorno e in funzione dell’orario di apertura. È inoltre obbligatorio far rispettare le misure anticontagio, come l’ingresso uno alla volta nei piccoli negozi e l’accesso regolamentato e scaglionato, in proporzione alla relativa superficie aperta al pubblico, nelle strutture di più grandi dimensioni, l’uso di mascherine e guanti per i lavoratori e quello del gel per disinfettare le mani e dei guanti monouso per i clienti dei supermercati, da mettere a disposizione vicino alle casse e ai sistemi di pagamento, nonché, ove possibile, percorsi diversi per entrate e uscite. Per maggiori informazioni si rinvia al sito istituzionale del Ministero dello sviluppo economico.
Quindi, riassumendo schematicamente:
- Distanza: assicurare il mantenimento di un metro di distanza interpersonale in tutte le attività.
- Pulizia dei locali: garantire l’igiene ambientale con una frequenza di almeno due volte al giorno.
- Aria: mantenere un’adeguata aerazione naturale e il ricambio d’aria.
- Igiene delle mani: mettere a disposizione gel igienizzante per la disinfezione delle mani (in particolare accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento).
- Mascherine: utilizzare le mascherine negli ambienti chiusi e dove non sia possibile il distanziamento sociale.
- Guanti: usare guanti “usa e getta” nelle attività di acquisto, in particolare in caso di alimenti e bevande.
- Ingressi dilazionati: accessi regolamentati e scaglionati secondo le seguenti modalità:
- 1. attraverso ampliamenti delle fasce orarie;
- 2. per locali fino a 40 metri quadrati può accedere una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori;
- 3. per locali di dimensioni superiori a 40 metri quadrati, l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando, ove possibile, i percorsi di entrata e di uscita.
- Informazioni: dare adeguata comunicazione alla clientela per garantire il distanziamento in attesa di entrare.
Dovendo rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro si deve quindi calcolare la superficie del locale al netto di scrivanie e arredi e dividerla in modo tale da consentire il rispetto di tale distanza minima, stabilendo in tal modo il numero massimo di persone che potranno contemporaneamente essere presenti all’interno del locale commerciale.
La sanzione per chi non rispetta l’obbligo di esporre il cartello o qualora all’interno dei locali sia superata la soglia consentita varia da 400 a 1.000 euro.