Annamaria Cuconati (Farmacia Sant’Isaia, Ascomfarma): «Prenotazioni già fino alla prima settimana di novembre»
Il tam tam corre come sempre sulle chat delle mamme: «Vado a fare il sierologico, sbrigatevi a prenotare, alla farmacia San Giuseppe di via Saragozza c’è ancora posto». «Grazie, l’ho appena fatto: negativo. Basta una goccia di sangue», risponde un’altra madre infarcendo il messaggio di emoticon sorridenti.
È partita col botto ieri la campagna di test sierologici gratuiti nelle 800 farmacie della Regione che hanno aderito, di cui 165 solo sotto le Torri. Riservati ad alunni fino ai 18 anni, a studenti universitari, a patto che abbiano la sanità in Regione, ma anche a mamme, papà, fratelli, sorelle e familiari conviventi, solo nella prima giornata, con una stima prudente, ne sono stati effettuati tra gli 8 e i 10mila.
L’obiettivo è arrivare a 500mila, su una platea potenziale di 2 milioni. «Va anche troppo bene – spiega la dottoressa Annamaria Cuconati della farmacia Sant’Isaia – è tutto il giorno che i telefoni squillano, non riusciamo a rispondere e con le prenotazioni siamo già alla prima settimana di novembre. Ancora non abbiamo avuto nessun positivo, ma c’è grande partecipazione e voglia di prevenzione. Il fatto di poterlo effettuare nella farmacia di fiducia con il pungidito fa sentire le persone a proprio agio».
Non va diversamente alla farmacia degli Alemanni, in zona Mazzini, che alle 10.30 del mattino dice già basta alle telefonate: «Per questa settimana siamo pieni, riprovate la prossima». Linee roventi pure alla Toschi in via San Felice: «Ci siamo attrezzati con le prenotazioni online. Al ritmo di una quarantina di test al giorno siamo sold out fino a venerdì. Si passa alla prossima settimana. Calcoliamo una ventina di minuti per ciascuno. In realtà quando fila tutto liscio, ne bastano tre, e chi si sottopone al test va via sereno. Poi ieri c’è stato il primo esito positivo e lì i tempi si dilatano. Bisogna spiegare che ora la palla passa al medico curante, gestire lo choc iniziale. La persona non aveva alcun sospetto. Vuol dire che funziona».
Un dato in linea con le previsioni, per cui si calcola che l’1% del campione risulti positivo. «Qualche positivo lo abbiamo intercettato anche noi e non se lo aspettava nessuno – aggiunge Micaela Ricchi della farmacia Navile -. L’affluenza ha stupito noi, invece. Tantissimi gli studenti universitari, purtroppo non tutti hanno il medico di base in regione e non ne han
no diritto. Si offrono di pagarlo, di farlo privatamente, ma non possiamo proprio».«Sono tantissimi tra nonni e dade a supplicarci di potersi sottoporre al test rapido anche a pagamento – conferma la dottoressa Claudia Salvini della farmacia Due Madonne -, visto che dopo la scuola dei bambini si occupano loro. E ci piacerebbe accontentarli. È la dimostrazione di un grande senso civico e dell’importanza delle farmacie sul territorio».
«Stiamo facendo da apripista – tira le fila Achille Gallina Toschi, presidente di Federfarma Emilia Romagna -. Credo che a breve saranno diverse le regioni a seguirci. Tra l’altro a fronte di una partecipazione così estesa, cresce pure il numero delle farmacie che si stanno attrezzando. Ci auguriamo che il target si possa allargare. Molti cittadini chiedono di poter effettuare il test, a pagamento, non credo costerebbe più di una ventina di euro e consentirebbe di ampliare il tracciamento».
Emanuela Giampaoli, il Resto del Carlino, 20 ottobre 2020
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