Vincenzo Vottero Vintrella (Presidente Federazione Ristoranti e trattorie): «Mancano anche regole chiare»
Il nuovo Dpcm si è abbattuto come una scure sui pubblici esercizi. Noi gestori facciamo il possibile per rispettare i protocolli ed evitare i contagi, garantendo massima sicurezza a clienti e dipendenti. La chiusura dei ristoranti alle 24 e alle 18 per gli altri pubblici esercizi senza posti a sedere, però, ci fa capire che i sacrifici fatti non sono bastati.
Lo diciamo da mesi: la soluzione non è punire tutti indiscriminatamente, ma effettuare interventi mirati su chi non rispetta le regole e mette in difficoltà chi segue i protocolli. Il problema non siamo noi ristoratori, visti come untori: è la mancanza di una visione lungimirante. Chiudere i locali non ferma la movida. I ragazzi continuano a incontrarsi in strada o nei parchi, dove i controlli salteranno e verrà meno il ruolo di presidio che i ristoranti ricoprono.
Una soluzione potrebbe essere impedire nuovi ingressi nei locali dopo le 24, ma permettere a chi è dentro, seduto e distanziato, di rimanere. I rischi di contagio non cambiano a seconda dell’ora. C’è poi il problema della chiarezza: il Dpcm, infatti, non solo ci impone ulteriori sacrifici, ma ci carica di responsabilità eccessive. Chiedere di quantificare il numero delle persone che possono entrare contemporaneamente in un locale, senza indicare in che modo questo debba essere fatto, è una mancanza di rispetto nei confronti di chi è già vessato da mille regole.
In un momento così delicato servirebbe maggiore responsabilità da parte del governo, che dovrebbe guardare ai ristoratori come a un alleato contro la lotta al Coronavirus, piuttosto che a una categoria da punire indiscriminatamente.
Vincenzo Vottero, il Resto del Carlino, 20 ottobre 2020
Le associazioni: “Vanno forte i prodotti della tradizione. Giusto comprare nei nostri negozi di prossimità, aspetto che dà linfa vitale a quartieri e territorio”