L’intervento di Alessandro Tedeschi, presidente AscomTaxi
Partiamo dal presupposto che se il servizio Uber viene fatto tramite Ncc regolari è complementare al servizio di noi tassisti o al massimo in concorrenza diretta, visto che le tipologie di clienti sono diverse come lo sono i servizi.
Infatti, noi viaggiamo con il tassametro che permette al cliente di vedere sempre quello che spende, e le nostre tariffe sono imposte dal Comune. I rinnovi tariffari sono degli avvenimenti ‘epocali’: dal 2007 ce n’è stato uno solo e molto difficoltoso, mentre il mondo nel frattempo è cambiato, con esso anche le spese e i costi di esercizio, assicurazioni etc.
Dal punto di vista pratico il taxi ha uno stemma identificativo della sigla, colore della macchina, licenza ecc, mentre le auto blu, quelle regolari che devono lavorare su Bologna (e non da altre province, come spessissimo in passato è accaduto), hanno un ovale azzurro di incerto riconoscimento, le loro tariffe sono decise con minimi e massimi. Ma l’aspetto più importante è che la tariffa di un taxi rimane sempre certa a prescindere dalla richiesta, cosa che non è così per Uber, che nei momenti di maggior afflusso aumenta le tariffe.
È successo con le grosse nevicate o a Capodanno, e sarà così anche per le grandi manifestazioni fieristiche. Ecco che quindi che la apparente certezza del prezzo di Uber diventa grande incertezza. Negli ultimi sei mesi c’è stato pochissimo lavoro, abbiamo dovuto organizzarci con turni che ci hanno fatto lavorare un giorno sì e uno no.
Malgrado tanti solleciti alla Regione, risorse per la categoria non se ne sono viste e i bonus da 600/1000 euro sono serviti neanche per pagarci le tasse. Concludendo, se continuano le chiusure /lockdown vari, il problema saranno le poche corse con o senza Uber.
Alessandro Tedeschi, il Resto del Carlino, 15 ottobre 2020
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