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Dpcm, la rabbia dei locali: «Colpiti ingiustamente»

I titolari dopo la stretta del governo: «Sbagliato non fare distinzioni»

La stretta sui locali è arrivata e i gestori sono già sulle barricate. Chiusura anticipata a mezzanotte e stop alle consumazioni dalle 21 per chi non sia seduto ai tavoli interni o nei dehors. Un provvedimento che mette in ginocchio soprattutto quelle attività che vivono la notte ed è a tarda ora che ricevono la maggior parte dei clienti, come lo storico Mulino bruciato di via della Selva Pescarola, frequentato soprattutto da sportivi, lavoratori dello spettacolo e professionisti attivi fino a tarda ora.

«Noi ci adegueremo, ma è chiaro che sarebbe meglio fare delle distinzioni – puntualizza il titolare Luciano Andalò -: non siamo un bar di pochi metri che serve 50 persone all’esterno. Né facciamo ricevimenti o cerimonie, ma lavoriamo soprattutto in seconda serata, quando le persone vengono semplicemente a mangiare. Ci siamo attrezzati per tutte le norme, dalle paratie alle mascherine, ma questa misura ci penalizza molto. Mi auguro che il governatore Bonaccini possa stabilire una deroga di un’ora, così c’è troppa generalizzazione».

Bocche cucite nel cuore della movida, in piazza Verdi (che rischia uno stop sul modello di piazza San Francesco) e dintorni, come al Piccolo e sublime e al Cucchiaio d’oro. Ma spostandosi di poco, l’antifona non cambia. «È un provvedimento sbagliato – chiosa Andrea Padua del bar Lime, in via Zamboni -: così non si bloccano gli assembramenti. I ragazzi usciranno prima la sera e la solfa non cambierà. In più non è corretto colpire tutte le attività, andrebbero fatti dei controlli mirati».

Idem in via Marsala. «Tra l’altro continua il problema del ‘cittadino delatore’, un aspetto preoccupante che si aggraverà ancora – sottolinea Gabriele Ferri del Marsalino -. Noi siamo controllati tutti i giorni, rispettiamo le regole, e ora veniamo colpiti. Le situazioni pericolose sono a qualsiasi orario, è sbagliato mettere un vincolo del genere». «Così ci impediscono di lavorare – aggiungono Daniela e Gilbert, titolari del Gil e Bert in piazza San Martino -. Noi da sempre, la sera, chiudiamo il dehors e facciamo accomodare le persone all’interno. Non abbiamo problemi di assembramenti».

La levata di scudi arriva anche dalle associazioni di categoria. «Una decisione che causerà danni incalcolabili a pub e bistrot – si legge nella nota di Confcommercio Ascom – e metterà a rischio i posti di lavoro e la solidità economica del settore. Al posto di controllare le persone che sostavano davanti ai locali senza mascherina, il governo ha preferito colpire i pub, le birrerie e i cocktail bar che non sono certo la causa dell’aumento dei contagi di Covid».

«Suggerirei di inasprire le sanzioni nei confronti di chi non rispetta le regole, tutelando chi ha sempre seguito le disposizioni», sferza Vincenzo Vottero, presidente della Federazione ristoranti e trattorie. E da Confesercenti rincarano la dose: «Chiediamo che il governo stanzi immediatamente nuove risorse per un contributo a fondo perduto a parziale compensazione della perdita di fatturato delle attività in questo mese di inutili limitazioni».

Francesco Moroni, il Resto del Carlino, 14 ottobre 2020

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