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Vaccino antinfluenzale, in farmacia lunghe file d’attesa

I farmacisti Ascomfarma: «Troppe poche dosi destinate alla vendita»

L’appello è stato chiaro: quest’anno tutti sono invitati a vaccinarsi per evitare di intasare gli ospedali e di confondere una banale influenza con il Covid. «Il vaccino antinfluenzale è raccomandato a tutti i soggetti a partire dai sei mesi d’età», si legge nelle raccomandazioni per la stagione 2020-21 del ministero della Salute. Eppure, a una settimana dall’avvio della campagna di vaccinazione regionale per le categorie a rischio, le dosi in vendita semplicemente non ci sono. E anche quando arriveranno, dice il presidente di Federfarma Emilia-Romagna, Achille Gallina Toschi, «si tratterà di una trentina di dosi a farmacia, mentre le richieste sono molte di più».

Un far west in mezzo al quale le farmacie si arrangiano con liste d’attesa fatte in casa, fogliettini dietro la cassa pieni di nomi e numeri di telefono di clienti, da richiamare quando («e se») i vaccini arriveranno. «Il governo finora ha sbloccato l’1,5% delle dosi di vaccino antinfluenzale per le farmacie, una percentuale che la Regione ha raddoppiato portandola al 3%, ma anche così sono numeri molto bassi – spiega Toschi, presidente regionale di Federfarma -. Se lei calcola che in Emilia-Romagna ci sono circa 1200-1300 farmacie, significa che su 36-37mila dosi ne arriveranno una trentina a ciascuna, a fronte d’una richiesta molto più alta. Ci sono aziende che, non potendo fare smart working, stanno chiedendo alle farmacie di prenotare pacchetti di 500 dosi per tutti i dipendenti. Il dialogo con la Regione è aperto, speriamo che la disponibilità possa aumentare».

Oltre alla scarsità, spiega Toschi, c’è il problema dei tempi: «Le dosi sono tutte prenotate dal servizio sanitario nazionale, quindi per essere rivendute vanno prima sbollinate e redistribuite: ci vorranno settimane». Così, in attesa del 12 ottobre, quando arriveranno le prime dosi ai medici di base per le categorie a rischio e si potrà capire qualcosa sull’eccedenza (chi, pur avendo diritto al vaccino gratis, sceglie di non farlo), nelle farmacie è scoppiato il caos.

«Siamo in alto mare – sbotta Massimiliano Granaiola, della farmacia del PalaDozza -. Non sappiamo niente e, scusi lo sfogo, distribuire trenta vaccini a farmacia è ridicolo e paradossale: non si può fare un battage pubblicitario di questo tipo, dicendo a tutti di vaccinarsi e poi non distribuire le dosi. Tra l’altro i farmacisti sono esclusi dalle categorie a rischio».

Alla farmacia Due Torri l’elenco delle prenotazioni è arrivato ad una sessantina di nomi, mentre alla San Lorenzo, in via Ugo Bassi, hanno proprio smesso di prenderle: «È poco serio verso i nostri clienti, tanto non potremo mai accontentare tutti». Alla Farmacia del Sole del Pilastro rispondono: «È il buio totale». Mentre Giulio Mignani, delegato regionale della federazione degli ordini dei farmacisti, dice: «Abbiamo meno vaccini proprio nell’anno in cui ne servirebbero di più: trenta coprono al massimo qualche famiglia. E se il farmacista decide di usarne una parte per immunizzare il personale sono già finiti».

Anche la titolare della Farmacia dei Servi, Maria Agnese Piervenanzi, scuote la testa: «Trenta dosi sono un numero ridicolo: noi di vaccini ne vendiamo cento a stagione». Per la titolare della farmacia Ai Colli, Virginia Savorani, il tema sarà a chi venderli, una volta ottenuti: «Con così poche dosi non possiamo certo scegliere noi chi accontentare».

Dalla farmacia della stazione il titolare, Luca Buldini, dice: «La gente viene rimbalzata da una parte all’altra, soprattutto i genitori che vorrebbero vaccinare i loro figli. Il centro vaccini dice di chiedere al pediatra, il pediatra li spedisce in farmacia, ma noi non abbiamo niente». Quest’anno i pediatri avevano chiesto di vaccinare contro l’influenza tutti i bambini, e non solo quelli con patologie croniche, «ma la Regione ha deciso di mantenere le stesse indicazioni degli anni scorsi, anche se noi pediatri segnaleremo comunque i casi più fragili», spiega Alessandro Ballestrazzi, segretario regionale della Federazione Italiana Medici Pediatri. «Insomma, così è dura – sospira il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bologna, Paolo Manfredi -. Abbiamo la fila fuori di gente che vuole vaccinarsi e niente in magazzino».

Caterina Giusberti, La Repubblica Bologna, 6 ottobre 2020

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