Le associazioni di Confcommercio e Confindustria presentano una proposta per sostenere il comparto. Bocca, presidente Federalberghi: «È importantissimo che il nuovo Fondo scelga metodologie e linee di investimento realmente produttive e a sostegno delle imprese sane»
Un minibond, uno strumento finanziario di lungo periodo che consenta alle imprese del turismo di superare la tempesta scatenata dal Covid. Questa la proposta suggerita e avanzata da Federalberghi, Fto (Federazione turismo organizzato), Federterme e Astoi-Confindustria Viaggi ai vertici di Cassa depositi e prestiti e del Mibact.
La creazione di un bond per tour operator, hotel e terme di medie dimensioni con scadenza a 25 anni per il supporto e il rilancio degli alberghi italiani con i fondamentali solidi. Quest’ ultimo è un prerequisito che permette di accedere a questi aiuti mirati e finalizzati in un’ottica di lungo periodo e non più i poco efficaci interventi a pioggia. Da parte sua Cdp attraverso un fondo immobiliare, sottoscriverebbe i bond consentendo agli imprenditori di restare nella propria azienda, dunque senza cadere preda di necessità di cessione della struttura a soggetti speculativi.
«Cdp, anche su spinta del Governo, del Parlamento e delle Associazioni sta varando in questi giorni un interessante e utile strumento finanziario per sostenere il settore – dichiara Bernabò Bocca, presidente Federalberghi -. Siamo lieti di questa azione ed è importantissimo che il nuovo Fondo scelga metodologie e linee di investimento realmente produttive e a sostegno delle imprese sane». Questa mattina invece viene presentato il «Fondo nazionale turismo» alla presenza di Dario Franceschini, ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo insieme al presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, e all’amministratore delegato di Cdp Fabrizio Palermo. Il Fondo dovrebbe supportare l’acquisto di strutture e immobili turistici con una dotazione intorno ai 2 miliardi.
«Con un bond di tipo infrastrutturale come quello che suggeriamo le imprese saranno in grado di superare i prossimi tre anni di crisi – sottolinea Massimo Caputi, presidente di Federterme -. Sarà uno strumento estremamente facile da gestire da parte del sottoscrittore che potrebbe essere Cdp e ne beneficerà un’ampia platea di imprese turistiche con i fondamentali sani». Caputi auspica che nelle prossime settimane si apra un tavolo di confronto con Cdp per definire le linee di investimento di questo fondo.
«Cdp è l’unico soggetto per sua natura e capacità di raccolta a basso costo in grado di lanciare un Fondo innovativo che consenta alle imprese turistiche di guardare avanti considerando che prima del 2023 non ci saranno riprese di mercato significative – rimarca il presidente di Federterme -. Il bond è sicuramente uno strumento utilissimo che può essere garantito da asset immobiliari senza aggravare Cdp di immobili». L’obbligazione entrerebbe nel paniere degli aiuti insieme ad altri interventi come la rivalutazione a fini fiscali e civili dei beni turistici e termali senza oneri purché non si dismetta la struttura entro 4 anni, misura che è già legge.
A questa si dovrebbe aggiungere la conversione del Decreto Agosto con la sterilizzazione degli ammortamenti e l’allungamento dei finanziamenti garantiti da Mediocredito Centrale per le aziende turistiche. Un bazooka di provvedimenti che dovrebbe mettere le aziende turistiche in grado di resistere agli attacchi della crisi e degli speculatori fino alla normalizzazione del mercato, per altro slittata al 2023, e la ripresa dei voli a lungo raggio.
È sotto gli occhi di tutti la drammatica situazione in cui versano le imprese turistiche e tra gli alberghi ci sono molti tentativi di riaperture seguite da chiusure per mancanza di prenotazioni. Sono veramente poche le destinazioni che sfuggono alle conseguenze della pandemia. Grazie al bond venticinquennale gli operatori saranno in grado di superare la perdurante congiuntura negativa.
«La proposta di far sottoscrivere le obbligazioni a Cdp a supporto del sistema turistico italiano è di grande interesse e attualità e sarebbe un bel segnale per economia – sottolinea Elisabetta Fabri, alla guida di StarHotels, la prima catena alberghiera italiana -. Il sistema di bond, cui potrebbero aderire anche altre istituzioni come le regioni e la Bei avrebbe enormi vantaggi in termini di velocità di esecuzione e semplicità di gestione».
Enrico Netti, il Sole 24 Ore, 25 settembre 2020
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