Considerazioni del presidente sulla “demonizzazione” delle discoteche e sui pregiudizi che stanno portando alla rovina di un intero settore
In questi giorni stiamo assistendo alla demonizzazione delle discoteche. Non è una novità, non siamo mai stati simpatici ai media, complici alcuni stereotipi avallati sicuramente dal comportamento di alcuni faccendieri e dall’imprinting con cui sono nati alcuni locali, poi assurti alle cronache per cattive frequentazioni e per un “giro” poco edificante. Quindi, sul settore è nato un pregiudizio poi solidificato dalla stampa, dai film, dalle cronache. Brutti, sporchi, cattivi e…meglio se scomparite.
Però, come sappiamo, i pregiudizi sono sempre ignoranti! È come dire che se un manipolo di albanesi viene qui a rubare, tutti gli albanesi sono delinquenti. La discoteca è solo un luogo, dove si balla. È un’azienda. Tutto dipende da chi la gestisce, in parte. Il resto dipende da chi la frequenta.
Perciò la discoteca si fa carico, suo malgrado, dei problemi giovanili. Diventa refugium peccatorum. Facile da attaccare quando andare a cercare e risolvere le responsabilità vere è molto più complesso! La famiglia ad esempio. L’ordine pubblico, ad esempio. Abbiamo gli spacciatori per strada, davanti alle scuole, ma il problema è la discoteca!! Mi oppongo. Come professionista, come leader di una associazione.
Si vergognino i personaggi che hanno guadagnato cifre da capogiro grazie alla discoteca, quando erano dj in cerca d’autore e che ora le sparano addosso. E si vergognino i rappresentanti di questo settore, che da esso traggono cospicui guadagni organizzando eventi di massa, che ora ritengono utile sparare sui locali. Come sempre, il vizio italiano è quello del divide et impera. E in questa clamorosa ipocrisia ci sono anche presidenti di associazioni, critici dei comportamenti delle altre associazioni, che contemporaneamente sono presidenti di circoli privati in cui si balla anche dopo l’ordinanza del ministro Speranza.
Uniti mai! Quando invece ora, di fronte alla follia del momento, non si comprende che in gioco c’è l’Italia, non la discoteca. E aggiungerei una cosa. Intrattenimento non è solo discoteca! È balera, salsa, liscio, tango, balli di coppia. Un mondo frequentato da persone adulte e tranquille. I vostri luoghi comuni sono ridicoli. E la gente che perde il lavoro, perde il lavoro. Sia che le arrivi dalla “brutta e sporca” discoteca, sia che arrivi da un’orchestra di liscio.