Il Presidente di Confcommercio Ascom Bologna Postacchini: «Buona idea, ma sarà insufficiente». De Scrilli (Federalberghi): «Gli aiuti andrebbero dati a tutti»
Ci sono anche Bologna, Rimini e Ravenna tra le 29 città ad alta vocazione turistica ammesse dal ministro per i Beni Culturali e al Turismo Dario Franceschini al contributo di oltre 500 milioni di euro a fondo perduto per aiutare le attività commerciali dei centri storici delle città d’arte svuotate dai turisti a causa del virus.
Il decreto, che dovrebbe essere pubblicato in queste ore in Gazzetta ufficiale, consente alle attività commerciali dei centri storici, quelle indicate in zona A, di poter usufruire di un massimo di 150 mila euro di contributi dimostrando, documenti alla mano, la perdita di almeno un terzo di fatturato rispetto al 2019.
«Molto bene la misura in favore delle attività commerciali di quelle città che hanno subito un pesante contraccolpo legato alla perdita di quote di turisti internazionali — commenta Andrea Corsini, assessore regionale al turismo — ma il governo dovrebbe farsi carico anche di quelle tantissime piccole realtà commerciali diffuse nelle città, nei paesi delle aree interne e montane che già prima del lockdown erano in grossa difficoltà e che ora, senza un adeguato sostegno, rischiano di abbassare per sempre le proprie saracinesche».
«Bene che Bologna sia riconosciuta come una fra le città italiane a più alta vocazione turistica, bene gli interventi di questo decreto agostano — conferma anche Enrico Postacchini, presidente di Ascom Bologna — purtroppo però è sempre tutto insufficiente rispetto alla piaga che ci sta affliggendo. Il decreto — continua — premierà soltanto una parte della platea degli aventi diritto, solo i più veloci, i più efficienti ed i più fortunati e saranno circa 15% degli aventi diritto».
Stando al decreto, che uscirà nelle prossime ore, le città ad alta vocazione turistica ammesse al contributo sono quelle che hanno avuto una presenza di turisti stranieri pari, o superiore di almeno tre volte, al numero dei residenti. Alle attività commerciali dei centri storici, che sono quelli più colpiti dall’assenza dei viaggiatori, verrà riservato, su richiesta, un contributo che potrà variare dai mille ai cento cinquantamila euro.
«Gli aiuti andrebbero dati a tutti, senza limitazioni territoriali — dice Celso De Scrilli presidente di Federalberghi Bologna — ma guardando direttamente i fatturati ed i mancati incassi. Ci sono alberghi che 150mila euro li incassavano in un solo mese».
«Ora servirebbe è che i flussi turistici riprendessero — auspica Postacchini — ma le previsioni non sono buone. Ora si sta lavorando un terzo rispetto al 2019 e serviranno almeno tre o quattro anni per tornare ai volumi pre-Covid. Servono spalle larghe — conclude — perché per un po’ di anni qui a Bologna si lavorerà in perdita».
Per accedere ai fondi disponibili così come per ricevere il contributo stabilito verrà usato lo stesso impianto del decreto Rilancio; molto rigidi si annunciano i controlli con sanzioni penali peri trasgressori.
Tommaso Costa, Corriere di Bologna, 14 agosto 2020
“Finché sarà apprezzato e sostenuto il suo forte ruolo di servizio alle comunità, il negozio non morirà mai perché è sinonimo di collettività, di socialità, di sicurezza, di coesione”