Sta ripartendo il turismo in centro a Bologna. Piano, ma sta riprendendo dopo la chiusura prolungata, dopo i timori, in mezzo alle paure che si traducono in meno viaggi, meno weekend, meno presenze
Eppure Bologna un po’ si è ripopolata, si vedono coppie di stranieri, famigliole, comitive. Qualcosa di quel boom incredibile degli ultimi anni sta rigermogliando. E ne sono testimonianza anche le numerose iscrizioni ai tour organizzati da Bologna Welcome.
«Venerdì ripartiamo con il tour ‘Discover Bologna’ dopo alcuni mesi di chiusura, è molto importante che riparta – spiega il presidente Giovanni Trombetti –. Sarà solo un po’ diverso, saranno evitati gli ingressi nelle chiese e in altri luoghi al chiuso, come il teatro anatomico. Precauzioni normali in questo periodo. Ma per il resto stiamo ripartendo». Certo, i numeri del centro sono giocoforza deficitari.
«C’è un appiattimento complessivo al 15-20% rispetto ai numeri enormi dello scorso anno – spiega Trombetti nelle vesti di vicepresidente di Federalberghi Bologna –, e parlo dei pernottamenti. Prima si prenotava in anticipo, ora va tutto last minute, e arrivano tutti su gomma, soprattutto in auto. Manca una grossa fetta del turismo internazionale, del resto senza le fiere quest’anno la ricaduta era inevitabile. Va meglio fuori dal centro, soprattutto per le strutture che hanno la possibilità di offrire spazi verdi e che sono vicine alla tangenziale. E in Appennino, poi, la situazione è capovolta».
L’Appennino sta sostenendo infatti numeri importanti, pur nelle difficoltà del post Covid. «Su cento pacchetti offerti ai turisti, il 70% dei prenotati riguarda i territori esterni alla città – sottolinea ancora Trombetti –. Il trekking va forte, sono ricercati cammini ed escursioni. Per Ferragosto il trend è questo, ci sono già un sacco di prenotazioni e alcuni siti, come la Rocchetta Mattei, hanno intensificato le visite nelle due settimane di Ferragosto».
Insomma, sottolinea Trombetti, «l’attrattività dell’Appennino è alta, i pacchetti cosiddetti ‘outdoor’ sono molto richiesti – continua il proprietario del Savoia Regency –, anche per l’innesto di performance di artisti del luogo che piacciono sia ai turisti, sia agli operatori». Trombetti lancia un auspicio. «E’ una speranza, sarebbe bello se i numeri dell’anno prossimo in Appennino fossero uguali agli attuali – spiega ancora –. Sarebbe una bella boccata d’ossigeno a tutto il sistema. Ci conviene investire sul turismo all’aperto». Insomma, il Ferragosto 2020 è dell’Appennino.
«Sì, anche se c’è una discreta richiesta sul centro storico – ribadisce Trombetti –. A questo proposito voglio ringraziare alberghi e ristoranti, oltre alle guide turistiche, che si sono adeguati perfettamente a tutte le cautele richieste».
Paolo Rosato, Il Resto del Carlino 5 agosto 2020
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