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Giancarlo Tonelli «Un patto per la ripresa. Impegnarsi per la città è un dovere di tutti»

L’allarme del direttore dell’Ascom: «A rischio 40mila posti di lavoro nel terziario». Sul voto per il sindaco: «Nessuno si tiri indietro»

Un «patto per la ripresa». Perché «Bologna si deve rialzare» da una crisi sanitaria che ha già ricadute preoccupanti sul tessuto economico e sociale della città. Per Giancarlo Tonelli, direttore dell’Ascom, «serve assolutamente» un mix di interventi pubblici e privati «che permetta la ripartenza dei consumi, oggi a scartamento ridotto». Tonelli è intervenuto ieri a un dibattito organizzato dalle associazioni ‘Vivere la città’ e ‘Bologna futura’, dal titolo Il commercio chiude o si rialza?. Un’occasione per fare il punto sui riflessi che questa crisi avrà sul voto delle elezioni per il sindaco del 2021.

Qual è lo stato di salute del commercio? «La situazione rimane molto seria. La ripartenza è molto lenta».

Lenta quanto? «In centro abbiamo cali di fatturato del 50%, sul 2019, per ristorazione e non alimentare; del 30% per bar, pub e bistrot. Pochi turisti, pochi studenti fuori sede, troppi uffici pubblici ancora in smart working».

Fuori dal centro? «In periferia e nella Città metropolitana siamo a un -30% di media. Con un dato leggermente positivo in Appennino, dove le seconde case sono piene».

Il settore più colpito? «Il turismo. Gli alberghi segnano un calo del 70%. Paga pegno soprattutto che si basava sul turismo business e congressuale, oggi azzerato. In agosto avremo qualche hotel chiuso. Non succedeva da molti anni».

A cosa servirebbe il patto per la ripresa da lei invocato? «A invertire la rotta. A Bologna la rete del terziario ha un’offerta sovrabbondante rispetto ai consumi odierni. Se la situazione non cambia, ci sono forti preoccupazioni per la tenuta dell’occupazione».

Può fare qualche numero? «Nel nostro comparto – commercio, turismo e servizi – è in pericolo il futuro di 10mila aziende del territorio metropolitano».

Tradotto in posti di lavoro? «Quando termineranno gli ammortizzatori sociali avremo circa 40mila posti di lavoro a rischio. Ecco perché dico: Bologna si deve rialzare. E in fretta».

In che tempi? «Ci sono due momenti fondamentali: settembre e dicembre. A settembre si devono vedere segnali di ritorno alla normalità». Covid permettendo. «Non c’è dubbio. Ma, al momento, i dati sono estremamente positivi. Serve però uno sforzo comunicativo che dia serenità alle persone».

Cosa si aspetta a settembre? «Che riaprano le scuole e l’università. che i dipendenti pubblici tornino in ufficio. E che riprendano iniziative ed eventi per cittadini e turisti». A dicembre? «Mi auguro che, nel periodo natalizio, crescano i consumi, gli acquisti, i regali».

Che riflessi avrà questa crisi sul voto per il sindaco? «Le elezioni del 2021 sono un appuntamento importantissimo. Ciò che è capitato in questi mesi ha stravolto il presente e il futuro della città. Solo l’aumento dell’indebitamento, nel Paese e quindi anche qui, inciderà su di noi e sui nostri figli. Ci saranno problemi sociali ed economici enormi da affrontare. Credo sia un dovere civico impegnarsi tutti. Servono le migliori risorse della città».

Cosa si attende dai candidati sindaci? «Che capiscano subito quanto è cambiato il contesto. Che l’asticella è molto più alta. E che avranno responsabilità molto più forti che in passato. Spero si candidino persone di qualità: mai come adesso il Comune sarà un punto di riferimento importante per i cittadini».

Che campagna elettorale si augura? «Un confronto ricco di contenuti e programmi ‘alti’. Di proposte e modelli, sociali ed economici, capaci di sostenere la nostra comunità. Un confronto in cui, oltre ai candidati sindaci, tutti gli schieramenti propongano anche i nomi dei futuri assessori in giunta. Perché il valore della squadra sarà decisivo».

Pd e centrosinistra pensano alle primarie per la scelta del candidato sindaco. «Un passaggio importante. Ma le primarie non sono la campagna elettorale. Il confronto vero con i bolognesi si farà sui fatti e le proposte».

Il centrodestra è ancora in una fase di attesa. «Anche il centrodestra è chiamato a dare risposte con candidati e programmi di livello. Mi auguro voglia porsi come coalizione di governo anche a Bologna. Ma…».

Che cosa non la convince? «In entrambi gli schieramenti mi pare ci sia ancora poca consapevolezza di quanto si sia alzata l’asticella».

Cosa glielo fa pensare? «I distinguo con cui è stata accolta la disponibilità di Gianluca Galletti a mettersi a disposizione, nell’interesse della città». Può spiegare? «Nel centrosinistra dicono ’sì, è molto preparato, ma è stato assessore di Guazzaloca’. Nel centrodestra dicono ’sì, è molto preparato, ma è stato ministro di Renzi e Gentiloni. Con quello che è capitato, conta nulla di chi è stato assessore o ministro. Conta che sia una persona preparata e di qualità. Ce ne vorrebbero dieci, di Galletti».

In vista del 2021, lei auspica l’impegno di tutti. Sarebbe disposto a candidarsi in prima persona? «Come direttore di Ascom, insieme con il presidente Enrico Postacchini sto seguendo la situazione delle nostre aziende associate. Il mio impegno è questo. Ma, certo, la mia attenzione rispetto alle elezioni amministrative è molto alta».

Di centrodestra e centrosinistra ha detto. Restano le tante realtà civiche della città. «Spero che questo tessuto civico forte, sensibile e impegnato faccia un passo avanti. Associazioni economiche, professionali e culturali, terzo settore e volontariato, società sportive dilettantistiche e comitati autonomi: è importante che tutti facciano sentire alta la propria voce. È un mondo che non deve più delegare ad altri la propria presenza alle elezioni. È un mondo che deve avere più coraggio».

Uno dei temi della campagna elettorale, secondo Giancarlo Tonelli, dovrà riguardare il sociale. «È necessario e urgente un confronto in merito a quale welfare immaginiamo di avere dal 2021 in poi», afferma. La crisi in corso, «e i primi segnali ci sono già, porterà più povertà, una crescente emergenza, arrivando a mettere in difficoltà anche parte del ceto medio». Per questo, commenta il direttore dell’Ascom, «sarà necessario prevedere un cambiamento nell’attuale sistema di welfare della nostra città e nelle modalità di intervento. Solo una capacità di risposta adeguata ai problemi ci permetterà di avere una pace sociale».

Luca Orsi, Il Resto del Carlino 31 luglio 2020

Nella foto Giancarlo Tonelli

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