I commercianti chiedono l’intervento del Comune: «Questi episodi non sono più accettabili, li segnaliamo da anni»
«Non è certo una cosa dignitosa per la città». Mauro Fabrizi guarda la piazzetta dondolandosi sui tacchi, dallo scalino di ingresso alla sua attività da parrucchiere. La fine di via IV novembre, la porta d’ingresso a piazza Maggiore assieme a via d’Azeglio, non può ancora sopportare scene come quella di mercoledì sera.
Piove di venerdì e non c’è quasi nessuno, ma i commercianti della via quel breve episodio non se lo dimenticano. Storie di difficoltà, sicuramente, ed è per questo che quei commercianti continuano a chiedere un intervento al Comune.
«Sì, c’era una persona che si è abbassato proprio i pantaloni per fare i propri bisogni, a ridosso di quelle rastrelliere – indica Francesco Mafaro, titolare del ristorante ‘Adesso Pasta’ che fa angolo con via de’ Fusari –. Che dire, sicuramente sono persone disperate che vanno aiutate, ma se lasciamo la situazione così com’è continueranno a fare i propri bisogni per strada. Ecco perché, secondo me, servirebbe almeno una tessera da dare gratis a queste persone, per utilizzare quel bagno pubblico a metà via – continua Mafaro, l’accesso al bagno costa cinquanta centesimi –. Almeno avrebbero un posto dove andare».
Per Mafaro però serve un intervento risolutivo. «Mettere altri vigili? Serve un presidio costante, perché questo è il salotto della città e non può essere un luogo di bivacco a cielo aperto – aggiunge Mafaro –. L’Ascom propone di rimuovere le panchine e io confermo che quelle sedute sono un problema. Del resto sono utilizzate solo da quelle persone. E ripeto, non è possibile assistere a scene come quella di mercoledì sera mentre passano nonni e bambini».
Accanto a Mafaro, anche altri commercianti si confrontano sul da farsi. Nicola Cazzola, titolare dell’omonimo negozio di abbigliamento in via D’Azeglio, sottolinea come le «segnalazioni siano state diverse negli anni. Eppure siamo ancora qua. E dire che litigano anche tra di loro – spiega Cazzola –, e sono scene che non dovrebbero capitare nel cuore della nostra città».
Il parrucchiere Fabrizi discute con Christian, che lavora nell’adiacente punto vendita Comet. «Bisogna fare di più per contrastare questi episodi di degrado, noi lo diciamo da anni. La polizia e i vigili sono passati varie volte, ma a questo punto forse ha senso togliere o cambiare le panchine». Christian è d’accordo.
«Servirebbero quelle panchine anti degrado – aggiunge –, con sbarre divisorie. Oppure quelle circolari. Di sicuro episodi come quello di mercoledì non sono un bel biglietto da visita per il nostro turismo». Ancora più netta Mariana Toderas, titolare del Naama Cafè.
«Le panchine vanno sicuramente tolte, non sarebbero più lì quelle persone – sottolinea –. Questo è il salotto della città – dice indicando fuori dal suo locale –, non è possibile che ancora esistano questi problemi. Deve intervenire il Comune, che è proprio qui e conosce benissimo la situazione. Basta chiudere gli occhi, bisogna agire».
Paolo Rosato, il Resto del Carlino, 25 luglio 2020
“Finché sarà apprezzato e sostenuto il suo forte ruolo di servizio alle comunità, il negozio non morirà mai perché è sinonimo di collettività, di socialità, di sicurezza, di coesione”